Rinnovabili, la prima asta del “FER X” si chiude con quasi 12 GW di richieste

Il 12 settembre si è chiusa la prima finestra utile per l’iscrizione alle procedure competitive previste dal “meccanismo transitorio di supporto per impianti a fonti rinnovabili".

Rinnovabili, la prima asta del “FER X” si chiude con quasi 12 GW di richieste

Il 12 settembre scorso, alle ore 12.00, si è chiusa la prima finestra utile per l’iscrizione alle procedure competitive previste dal DM 30 dicembre 2024, meglio noto come “DM FER-X Transitorio”, che ha introdotto il “meccanismo transitorio di supporto per impianti a fonti rinnovabili con costi di generazione vicini alla competitività di mercato”. Come spiega il MASE – il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – tramite una nota stampa, le procedure sono state aperte esclusivamente agli impianti di tipo fotovoltaico ed eolico, in base alle manifestazioni di interesse pervenute al dicastero.

Il Ministro Pichetto ha sottolineato come “il risultato di questa prima tornata conferma il forte interesse degli operatori verso le rinnovabili”, aggiungendo che le richieste per quasi 12 GW complessivi dimostrano come “il Paese è pronto a correre nella transizione energetica, rafforzando il contributo di fotovoltaico ed eolico alla decarbonizzazione e alla sicurezza del sistema elettrico nazionale.”

Oltre 800 richieste, quasi tutte per il fotovoltaico

Il MASE ha fatto sapere che sono state presentate complessivamente 870 richieste di iscrizione; di queste, la maggior parte (818) hanno interessato impianti fotovoltaici, per un totale di oltre 10 GW di potenza. Le restanti 52 richieste, invece, sono relative ad impianti eolici, per una quota totale di potenza installata di poco superiore a 1.600 MW. Terminata questa fase preliminare di presentazione delle richieste, toccherà poi al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) stilare e pubblicare le graduatorie, entro il termine dell’11 dicembre 2025.

A luglio scorso, le sole manifestazioni di interesse erano state circa 1.500, di cui 1.400 per impianti fotovoltaici, un dato che lasciava intravedere la portata delle richieste effettivamente, potenzialmente di molto superiori – per potenza complessiva – al contingente massimo messo a disposizione solo per la prima asta. Le richieste per l’eolico, invece, erano state circa 90, per un totale di potenza sostanzialmente in linea con le quote di approvvigionamento previste per questa specifica tecnologia.

Poiché non erano pervenute richieste per impianti di altro tipo, la prima ‘asta’ per il FER-X ha quindi riguardato soltanto quelli per la produzione di energia eolica e fotovoltaica. La procedura, come detto, ha raccolto richieste per quasi 12 GW complessivi di potenza, una quota non troppo distante dai contingenti totali approvvigionabili stimati che, nel Decreto Ministeriale, corrispondono a 10 GW per il fotovoltaico, 4 GW per l’eolico, 0,63 GW per l’idroelettrico e 0,02 GW per i gas residuati da processi di depurazione (per un totale di 14,65 GW).

Di contro, la prima asta ha fatto registrare richieste superiori al contingente massimo messo a disposizione per la singola procedura che, come riporta il sito del GSE, ammonta a 8 GW di potenza per il fotovoltaico e 2,5 GW per l’eolico.

Cos’è il FER-X e come funziona

In sostanza, si tratta di un meccanismo di supporto per lo sviluppo delle FER (Fonti Energetiche Rinnovabili), regolamentato dal D.M. del 30 dicembre 2024. L’obiettivo di tale meccanismo è promuovere “l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità in misura adeguata al perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030”, allo scopo “di sostenere la produzione di energia elettrica di impianti a fonti rinnovabili con costi di generazione vicini alla competitività di mercato”.

Possono accedere al meccanismo non solo gli impianti eolici e fotovoltaici ma anche quelli idroelettrici e gli “impianti di trattamento di gas residuati dai processi di depurazione”. L’accesso è automatico per le infrastrutture di potenza inferiore a 1 MW mentre quelle che superano tale soglia devono partecipare alle procedure competitive bandite dal GSE. Secondo quanto stabilito dall’articolo 3 del Decreto, rientrano nell’ambito di applicazione anche “gli interventi di rifacimento integrale e parziale e di potenziamenti di impianti esistenti”, sebbene il meccanismo si applichi solo alla nuova sezione dell’impianto.

La normativa – che verrà applicata fino al 31 dicembre 2025 – prevede che i progetti approvati e interessati dal meccanismo di supporto devono essere completati e messi in esercizio entro 36 mesi dalla data di pubblicazione delle graduatorie.

Il meccanismo di sostegno, finanziato da risorse per quasi 10 miliardi di euro, prevede che il GSE regolamenti i prezzi di aggiudicazione con i produttori di energia. Agli impianti di potenza inferiore a 200 kW, si applica una “tariffa omnicomprensiva” mentre a quelli di ‘taglia’ pari o superiore si applica un meccanismo di supporto, sotto forma di conguaglio a favore o a carico del produttore, in base ai prezzi di riferimento individuati dal GSE.

Un ulteriore impulso alle rinnovabili: i correttivi al Testo Unico FER

Allo scopo di imprimere un ulteriore impulso allo sviluppo delle fonti rinnovabili, il Ministro dell’Ambiente, assieme al Ministro per la Pubblica Amministrazione (Zangrillo) e al Ministro per le Riforme Istituzionali (Casellati) ha di recente proposto un correttivo al Testo Unico FER, in vigore dal 31 dicembre 2024. Come riporta una nota del MASE, i correttivi consentono di rimuovere gli “ostacoli procedurali” relativi a interventi che non implicano nuovo consumo di suolo e interessano l’integrazione di sistemi di accumulo. In aggiunta, viene esteso il regime di attività libera a interventi il cui impatto ambientale è nullo “o comunque minimale”.

L’aggiornamento normativo (approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri l’11 settembre scorso) si propone, inoltre, di implementare una “ulteriore semplificazione amministrativa per gli interventi di rinnovo di impianti esistenti e il loro upgrade”, così da agevolare lavori di repowering senza “duplicazioni degli adempimenti”.

Il mercato dell’energia e il ruolo delle FER

Il sostegno allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili è dovuto, in buona sostanza, a due fattori. Da un lato, l’urgenza di accelerare rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, lontani ma raggiungibili a fronte di un deciso cambio di passo; dall’altro, l’esigenza – non meno pressante – di ridurre la dipendenza del mercato elettrico da quello del gas, perseguendo una maggiore differenziazione del mix energetico.

Un contesto, quindi, in cui si intrecciano sostenibilità economica e ambientale, due fattori destinati a modellare in maniera sempre più profonda le dinamiche di mercato. Non a caso, sono divenuti ormai di primaria importanza anche per i consumatori, sempre più attenti al risparmio (e all’impatto ambientale) e propensi a scegliere offerte luce casa a prezzo fisso come quelle proposte da Reset Energia, un nuovo operatore attivo sul mercato italiano che fa riferimento alla capogruppo uBroker S.p.A., un gruppo industriale indipendente più grande, e che propone un modello di fornitura basato su un servizio in abbonamento a canone mensile fisso, comprensivo di oneri di trasporto e gestione del contatore, oneri generali di sistema, imposte e IVA. Reset, inoltre, fornisce energia elettrica pulita al 100%, proveniente da fonti rinnovabili certificate mediante il meccanismo di annullamento delle Garanzie di Origine.

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