E alla fine la maschera è caduta: per il proseguo della sua carriera politica il sindaco di Milano (ancora per poco e non più candidabile) Beppe Sala sceglie la Casa Riformista. Con un videomessaggio consegnato alla festa metropolitana di Italia Viva, domenica scorsa, Sala ha auspicato la nascita di una forza che “promuova la democrazia liberale”, in grado di “riequilibrare al centro l’asse del centrosinistra”. Per costruire la nuova area politica, aggiunge Sala, “non si tratta di essere centristi ma centrali” e per esserlo, aggiunge, “bisogna avere l’ambizione di puntare al 10%”. “La mia storia dice da sì che non appartengo alla sinistra radicale”, ha aggiunto Sala.
Bye bye Pisapia
Un’ennesima, plateale conferma dello scivolamento a destra di Sala che si sta portando dietro tutta la sua maggioranza in consiglio comunale (dove il Pd è partito di maggioranza relativa), che, archiviata l’esperienza arancione del predecessore Giuliano Pisapia, ormai guarda dichiaratamente a un’alleanza con renziani e calendiani, senza disdegnare un futuro comune con Forza Italia (che per ora offre solo un appoggio esterno, ma alla prossime elezioni per Milano si vedrà).
Capriola politica
Per Sala si tratta dell’ennesima capriola politica. Il primo cittadino infatti in passato si era detto pronto a guidare i Verdi Europei, poi a candidarsi per il centro-sinistra alla Regione Lombardia, quindi si era auto-proposto federatore di tutta la sinistra, poi – vista la mala parata – si era più modestamente dichiarato pronto per federare il solo centro. Ora l’approdo nella casa dei Riformisti, che a Milano si stanno organizzando per far fuori Elly Schlein dalla guida del Pd e sostituirla con l’ex sindaco di Bergamo, ora eurodeputato Dem, Giorgio Gori (ma scalpita anche l’agguerrita Pina Picierno). Una manovra che, partita da Milano, potrà avere forti ripercussioni a livello nazionale.