I progressisti possono tirare un sollievo e non tanto perché, dopo le sconfitte di Marche e Calabria, vincono di nuovo in Toscana. Ma perché l’importante era vincere bene ed Eugenio Giani, candidato del centrosinistra, lo ha fatto, confermando il bis con un ampio margine.
Giani è riuscito a imporsi su Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia e candidato del centrodestra, con circa 14 punti di distacco: 54% a 40,8%.
Crolla l’affluenza di 14,47 punti rispetto al 2020
E questo al netto del crollo dell’affluenza. In Toscana ha votato complessivamente il 47,73% della popolazione. Nel 2020 l’affluenza definitiva era stata il 62,2%, il 14,47% in più rispetto al dato odierno. Il centrodestra non sfonda e l’effetto Vannacci è un flop nella Lega. FdI sale dal 13,5% al 26,7%, FI pure al 6,2% (in crescita rispetto a 5 anni fa quando era al 4,2%), la Lega in picchiata al 4,4%. I leghisti, infatti, nel 2020 – esprimendo il candidato presidente – erano al 21,78%, quasi cinque volte più di oggi. Per la Lega era una sfida doppia, per testare la cosiddetta “vannaccizzazione” del partito.
L’effetto Vannacci c’è stato ma in negativo: crolla la Lega
Le urne hanno dimostrato che le scelte fatte da Roberto Vannacci nelle liste che ha definito, come coordinatore della campagna in Toscana, non hanno pagato. Diversi esponenti locali leghisti – tre in tre giorni – avevano detto addio in polemica appunto con il testimonial del “Mondo al contrario”.
Una crepa che potrebbe ora allargarsi e che rischia di minare l’identità stessa della Lega. “C’è poco da commentare, chi vota ha sempre ragione”, ha affermato all’Ansa Vannacci.
Pd stabile, bene Casa Riformista che contiene IV
Il Pd conferma il risultato al 34,6% rispetto al precedente 34,6%, appunto, la lista Giani Presidente-Casa riformista (che contiene Iv) all’8,8%, Avs al 6,95%.
Giù il M5S, passato dal 7% di cinque anni fa, quando correva con un suo candidato, al 4,4%. “Salutiamo la vittoria diretta e schiacciante in Toscana. E’ un importante segnale che vale a ribadire la bontà di un progetto politico al quale noi abbiamo per la prima volta contribuito. Per noi è stato un processo faticoso molto elaborato, perché chiaramente venivamo da una opposizione alla giunta Giani. Quindi è stato difficile’’, ha ammesso il leader del M5S Giuseppe Conte.
‘’È stato difficile per la mia comunità poter partecipare a questo progetto. Ci siamo concentrati su temi e programmi. Abbiamo fatto una votazione che sottolinea il dibattito democratico che c’è nell’ambito della mia comunità. Il risultato, al di là della soglia di soddisfazione più o meno raggiunta, è importante rispetto a un processo, una prospettiva in cui il M5S, pur con difficoltà, ha partecipato e ha contribuito a definire nuovi obiettivi strategici rispetto alla giunta precedente’’.
Ha esultato Elly Schlein: “Noi stiamo costruendo l’unità della coalizione progressista e da lì si riesce ad allargare, tutte le forze beneficiano di questa unità. Ho visto un ottimo risultato per Casa riformista, un grande risultato sia per Avs che per il Movimento 5 stelle. Questo è solo l’inizio per una coalizione cui abbiamo lavorato tanto e che porteremo avanti”, ha detto la leader del Pd.
L’aggressività del centrodestra non ha pagato
Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Maurizio Lupi e Antonio Tajani si erano ritrovati venerdì scorso tutti uniti in piazza San Lorenzo a Firenze per spingere Tomasi. L’aggressività della premier, che ora si congratula con Giani, non ha pagato. La premier aveva attaccato Cgil e la sinistra “più fondamentalista di Hamas”. Ma non correvano solo Giani e Tomasi.
C’era anche Antonella Bundu, candidata di Toscana Rossa, che è arrivata al 5,2%, comunque sempre sopra la Lega.