Pensioni 2026: chi evita davvero l’aumento dell’età pensionabile

Scopri chi è escluso dall’aumento dell’età pensionabile previsto nel 2027 e quali categorie restano tutelate nella manovra pensioni 2026.

Pensioni 2026: chi evita davvero l’aumento dell’età pensionabile

La bozza della Manovra 2026 conferma che è atteso un aumento dell’età pensionabile (adeguamento alla speranza di vita) a partire dal 2027. Tuttavia, il Governo sta valutando un blocco selettivo solo per alcune categorie: lavoratori precoci e coloro che svolgono lavori usuranti/gravosi. Le uscite anticipate come Quota 103, Opzione Donna e Ape Social dovrebbero essere confermate nel frattempo.

Che cosa prevede la Manovra 2026 sulle pensioni

Secondo le ricostruzioni giornalistiche più aggiornate, la Legge di Bilancio 2026 prevede il mantenimento del meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita. A partire dal 2027, l’età pensionabile per la pensione di vecchiaia dovrebbe aumentare da 67 anni a 67 anni e 3 mesi.

Tuttavia, il Governo propone un “blocco selettivo” o una sterilizzazione parziale di quell’aumento per contenere i costi. In altri termini, l’aumento non scatterebbe per tutti, ma solo per alcune categorie meritevoli di tutela (precoci, usuranti).

Le stime indicano che il blocco integrale per tutti costerebbe circa 3 miliardi di euro a regime, mentre limitare l’esenzione a chi ha già 64 anni potrebbe ridurre l’onere a circa 1,5–2 miliardi.

Inoltre, l’ipotesi più accreditata è uno scaglionamento dell’aumento: anziché aggiungere 3 mesi tutti insieme, si introdurrebbero incrementi di 1 mese per anno per diluire l’effetto nel tempo.

Chi evita l’aumento: precoci e lavori usuranti / gravosi

Secondo le ipotesi oggi più accreditate:

  • Il blocco dell’aumento dell’età pensionabile (per il 2027) dovrebbe essere operativo solo per chi ha già compiuto 64 anni al momento della riforma, oppure per chi rientra fra le categorie dei lavoratori precoci o quelli che svolgono lavori usuranti/gravosi.
  • Le categorie che potrebbero essere tutelate includono mansioni riconosciute usuranti, con elevato impegno fisico, turni notturni, condizioni di lavoro gravose.

Tuttavia, non esiste (al momento pubblico) una lista ufficiale aggiornata al 2026. Le fonti parlano di “categorie ammesse” ma non offrono un elenco certo.

In prospettiva, quindi, chi non rientra nei precoci o nei lavori usuranti dovrà subire l’aumento automatico dei 3 mesi (o il meccanismo graduale), salvo ulteriori correttivi.

Quota 103, APE Social, Opzione Donna: conferme e novità

Queste misure di uscita flessibile anticipata vengono considerate componenti stabili della normativa previdenziale in transizione.

  • Quota 103 (uscita anticipata con 62 anni di età e 41 anni di contributi) è attualmente in vigore e le fonti indicano che dovrebbe essere prorogata anche per il 2026, con possibili limiti su redditi o importi.
  • Ape Sociale è una misura riservata a categorie fragili (lavoratori usuranti, invalidi, caregiver, disoccupati) con requisiti agevolati: anche questa misura è attesa essere confermata.
  • Opzione Donna (per le donne con 35 anni di contributi e requisiti particolari) viene indicata come una delle poche misure che potrebbero essere mantenute senza stravolgimenti.

Una proposta interessante citata da fonti è l’utilizzo del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) per “integrare” la contribuzione residua e permettere l’accesso anticipato, specie per chi ha contribuzione mista.

Cosa succede a chi resta escluso

Chi non rientra nelle categorie protette (precoci / usuranti) dovrà affrontare:

  1. L’aumento dell’età pensionabile: per esempio, passare da 67 anni a 67 anni e 3 mesi di vecchiaia, o incrementi nei requisiti contributivi.
  2. Aspettare l’usura del meccanismo graduale: se si applica “1 mese all’anno”, l’effetto si sentirà nel medio periodo.
  3. Maggior penalizzazione sull’assegno nel caso di uscite anticipate “forzate” o con ricalcolo contributivo.
  4. Opzioni alternative: investire in previdenza complementare, restare al lavoro più a lungo, “riscatti” contributivi (quando ammessi) per colmare lacune.

È importante in ogni caso che ciascuno verifichi la propria posizione contributiva, l’età maturata e il tipo di contratto / mansione, per capire se potrà beneficiare di eventuali agevolazioni.

FAQ utili

1. Quanti anni serviranno per la pensione anticipata nel 2026?
Le regole attuali sono 41 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne (periodo contributivo). Con l’adeguamento alla speranza di vita, potrebbe salire a 43 anni e 1 mese per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne nel 2027.

2. Quali categorie rientrano fra i lavori usuranti / gravosi?
Non esiste ancora una lista ufficiale aggiornata al 2026: sono citate mansioni con elevato impegno fisico, turni notturni, lavori pesanti, attività usuranti storiche. Le fonti parlano genericamente di “lavori usuranti / gravosi”.

3. Quando entrerebbe in vigore l’aumento dell’età pensionabile?
L’aumento automatico è previsto per il 2027.

4. Chi decide i criteri e le categorie protette?
Il Governo in sede di legge di bilancio, con parere dei ministeri competenti e consulenza tecnica, definisce le categorie soggette a tutela, anche in base a studi INPS e dati sull’impatto previdenziale.