Gli Usa bocciano senza mezzi termini l’annessione della Cisgiordania da parte di Israele e il premier Benjamin Netanyahu stoppa il progetto. Mercoledì la Knesset ha approvato con una votazione preliminare un disegno di legge per applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania. Il disegno di legge è stato proposto dal parlamentare Avi Maoz del partito di estrema destra Noam.
Ma gli Usa non ci stanno. Israele non annetterà la Cisgiordania “perché ho dato la mia parola ai paesi arabi”, ha detto Donald Trump che ha annunciato un suo viaggio a Gaza. “C’è il board of peace, mi hanno chiesto di esserne il presidente, non lo volevo fare”, ha aggiunto il tycoon. Prima di Trump erano uscite le dichiarazioni di Rubio e Vance.
Il muro degli Usa contro la proposta di annessione della Cisgiordania a Israele
Il Segretario di Stato statunitense Marco Rubio, di buon mattino ieri mentre saliva sul suo aereo per volare a Tel Aviv, ha messo in guardia Israele dall’annessione della Cisgiordania, affermando che le misure adottate dal parlamento e la violenza dei coloni minacciano l’accordo di pace a Gaza.
“Penso che il presidente Trump abbia chiarito che non è qualcosa che possiamo sostenere in questo momento”, ha detto Rubio. “La politica di Trump è che la Cisgiordania non sarà annessa da Israele”, ha rilanciato il vicepresidente degli Usa J.D. Vance. Che ha affermato di essere rimasto sconcertato dal voto della Knesset, definendolo “strano e sciocco”. Un fuoco di fila a cui ha risposto immediatamente Netanyahu bloccando le velleità del suo Paese.
Netanyahu blocca le velleità del suo Paese
Il premier israeliano ha ordinato al governo di non fare avanzare i progetti di legge per l’annessione parziale o totale della Cisgiordania fino a nuovo avviso. L’ufficio di Netanyahu ha ritenuto che il voto preliminare della Knesset sia stata una “deliberata provocazione politica da parte dell’opposizione per seminare discordia durante la visita del vicepresidente JD Vance in Israele”.
L’ufficio del primo ministro ha spiegato che “i due progetti di legge sono stati sponsorizzati da membri dell’opposizione della Knesset” e che i parlamentari del Likud e dei “partiti religiosi”, definiti “i principali membri della coalizione”, non hanno votato a favore dei progetti di legge, ad eccezione del parlamentare Yuli Edelstein.
La dichiarazione ha definito Edelstein un “membro scontento del Likud, recentemente licenziato dalla presidenza di una commissione della Knesset”. Da Madrid al Pakistan tanti i paesi che si sono espressi contro la proposta di annessione considerata una palese violazione del diritto internazionale.
Gli Usa: valutiamo mandato Onu per forze straniere a Gaza
Rubio ha, poi, comunicato che l’amministrazione Trump sta valutando la possibilità di richiedere un mandato alle Nazioni Unite per l’invio di una forza di sicurezza internazionale a Gaza. Parlando ai giornalisti prima di partire dalla Joint Base di Andrews, Rubio ha affermato che “rivolgersi potenzialmente all’Onu e ottenere il mandato internazionale” è un passo avanti verso la “costruzione di forze di sicurezza di difesa internazionali”.
JD Vance ha dichiarato che sarà una forza di sicurezza internazionale, ancora da costituire, ad assumere la guida del disarmo di Hamas.
Spunta un piano per dividere Gaza tra Israele e Hamas
Intanto secondo il Wall Street Journal, gli Stati Uniti e Israele stanno valutando un piano che dividerebbe Gaza in enclave separate controllate da Israele e Hamas, con la ricostruzione che verrebbe avviata solo nella parte sotto il controllo israeliano fino al disarmo del gruppo militante.
In sostanza, spiega il Wsj, l’idea di una Gaza divisa affronterebbe le difficoltà ancora irrisolte di disarmare Hamas e di istituire un governo alternativo che possa supervisionare l’enclave e creare un ambiente sicuro per i trilioni di dollari di investimenti necessari per la ricostruzione.
L’ipotesi sarebbe osteggiata dai governi arabi che si oppongono fermamente all’idea di dividere Gaza.