Manovra, nuova rissa a destra: ora è lite Tajani-Lupi

Sulla Manovra gli alleati di governo continuano a litigare. Tajani ora si azzuffa con Lupi poi frena e loda Giorgetti. FdI sta a guardare.

Manovra, nuova rissa a destra: ora è lite Tajani-Lupi

Affitti brevi, dividendi, trasporti, banche e assicurazioni. Sulla Manovra gli alleati di governo continuano a darsele di santa ragione. Dopo gli scontri infuocati tra la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Antonio Tajani, ieri il vicepremier azzurro ha incrociato le spade con Maurizio Lupi, leader di Noi moderati.

A Tajani che ha detto che banche e assicurazioni non sono mucche da mungere e che ha criticato i tecnici del Mef, Lupi ha replicato piccato: “Nessuno del centrodestra pensa che le banche e le assicurazioni siano mucche da mungere. Ricordo a Tajani che nel vertice che abbiamo fatto lui ha condiviso ogni provvedimento che abbiamo deciso”.

Tajani dà del “Pinocchio” all’alleato Lupi

Il titolare della Farnesina attacca:  “Lupi è un po’ Pinocchio, ma lo perdono. Perché ha detto che io sapevo tutto e io non sapevo nulla. Nessuno sapeva nulla dei tagli alla metro C, della Metro di Milano, di Afragola, dell’articolo 18 o sulle tasse gli affitti. Non è mai stato oggetto di dibattito all’interno della riunione”.

Contro replica di Lupi: “Ringrazio Antonio perché sin da piccolo amo Collodi e sono affascinato dal racconto di Pinocchio, ma ricordo che accanto al burattino c’è il grillo parlante…”.  FdI si tiene alla larga e derubrica il tutto a “dettagli”.

FdI si tiene alla larga dalle liti sulla Manovra e derubrica il tutto a “dettagli”

“Sono dinamiche che abbiamo sempre visto alla vigilia delle leggi finanziarie, quindi non c’è nulla che mi preoccupi e mi sconvolga più di tanto. È sempre stato così. E poi il Parlamento serve a questo: a risolvere e appianare i problemi che nascono dopo che la Finanziaria è passata in Consiglio dei ministri. È chiaro che i saldi di bilancio non possono essere toccati, che la manovra ha una sua impostazione molto seria che deve essere salvaguardata, ma poi sugli aspetti di dettaglio come quelli sollevati da Salvini e da Tajani sicuramente troveremo la soluzione, come sempre è avvenuto”, ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

Tajani alla fine frena e loda Giorgetti

Forse richiamato all’ordine, forse per chissà quali altri motivi, fatto sta che Tajani poi frena e riconosce al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di fare un buon lavoro. Il leader di FI si è detto d’accordo sull’entità della manovra da 18 miliardi e sul mantenimento del rigore sui conti perché “dobbiamo uscire dalla procedura di deficit eccessivo e questa è un’operazione che dà credibilità al nostro Paese”.

Quindi, ha aggiunto, “da questo punto di vista Giorgetti sta facendo un buon lavoro e va sostenuto da tutti quanti noi. Uscire dalla procedura significa dare garanzie all’Europa, dare garanzie alle agenzie di rating che valutano il nostro Paese, quindi con successive valutazioni positive sul nostro Paese”.