In pressing sul golden power, governo due volte nel mirino

Il governo sotto pressione per il golden power sulla scalata di Unicredit a Bpm: la banca ricorre al Consiglio di Stato e l'Ue va avanti.

In pressing sul golden power, governo due volte nel mirino

Se il governo sperava che la partita si fosse chiusa con la rinuncia all’offerta di Unicredit su Banco Bpm, si sbagliava. La battaglia sul golden power continua e la banca milanese si rivolge al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar sul golden power che ha affossato l’operazione. E, allo stesso tempo, anche l’Ue prosegue nel suo esame sui poteri speciali esercitati dal governo. Palazzo Chigi è sotto un doppio attacco dopo i paletti imposti all’operazione di Unicredit (l’unica, nel risiko bancario, in cui l’esecutivo è intervenuto).

Andiamo con ordine, partendo dal ricorso presentato dalla banca guidata da Andrea Orcel al Consiglio di Stato. Una decisione, anticipata da Repubblica e poi arrivata nel pomeriggio, che punta a rivedere la sentenza con cui il Tar, a luglio, accolse parzialmente il ricorso di Unicredit contro le prescrizioni del governo. In quel caso vennero annullati due dei quattro punti contestati. Ma non basta, perché Unicredit ritiene che vada rivista anche la prescrizione che impone l’uscita dalla Russia. Anche se la scalata a Bpm è ormai tramontata, il ricorso ci sarà anche per un principio ritenuto rilevante, ovvero frenare l’intervento dei governi. Una questione che può riguardare – in diverso modo – Unicredit anche in Germania, nell’operazione con Commerzbank. Secondo la banca è necessario garantire trasparenza e certezza. A Palazzo Chigi la notizia è stata accolta con un po’ di fastidio, secondo quanto scrive ancora Repubblica, con la preoccupazione che si apra un nuovo fronte sul golden power oltre a quello con l’Ue.

Golden power, Bruxelles non molla e parla di ingerenze politiche

Già, perché il fronte con l’Ue è tutt’altro che chiuso. Ieri la portavoce della Commissione europea, Arianna Podestà, ha garantito che il dialogo con l’Italia “va avanti” e l’esecutivo comunitario sta valutando “i prossimi passi”. La questione non si è arenata. E una conferma in tal senso arriva anche dall’Eurogruppo: un alto funzionario europeo ha infatti sottolineato come ci sia un “ampio riconoscimento del fatto che le fusioni transfrontaliere siano una cosa positiva e auspicabile nel settore bancario”. Eppure, sottolinea lo stesso funzionario rispondendo a una domanda sulla tendenza dei Paesi a bloccare queste operazioni anche con il golden power, “questioni politiche sembrano interferire”. Il tema dei poteri nazionali potrebbe emergere durante il dibattito sull’Unione bancaria, in quanto considerato non in linea con gli obiettivi europei. Inevitabile pensare che il riferimento sia anche al golden power del governo italiano, ma non solo: dall’opposizione del governo tedesco su Commerzbank allo stop di Madrid all’offerta di Bbva su Banco Sabadell, i casi sono tanti.