Inchiesta urbanistica a Milano, in 21 rischiano il processo per via Lepontina. Tra questi funzionari, costruttori, progettisti e dirigenti comunali

Sono 21 le persone tra costruttori, tecnici e dirigenti del Comune a rischio processo per Via Lepontina. Tra questi anche Oggioni e Scandurra

Inchiesta urbanistica a Milano, in 21 rischiano il processo per via Lepontina. Tra questi funzionari, costruttori, progettisti e dirigenti comunali

È stato il primo edificio finito sotto sequestro su richiesta della Procura di Milano a maggio 2024, perché, secondo il Gip Mattia Fiorentini, la torre “Giardino Segreto Isola” era un progetto immobiliare realizzato in violazione “dell’A B C dei principi costituzionali di legalità”. In pratica l’apripista di decine di fascicoli sull’edilizia che sarebbero seguiti.

Una torre al posto di un laboratorio

Ora per quel palazzo che prometteva di unire “raffinatezza architettonica e lo studio meticoloso degli spazi verdi” 21 persone, tra costruttori, architetti e funzionari del Comune di Milano rischiano il processo. I pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici hanno infatti notificato l’avviso di conclusione indagini preliminari con accuse a vario titolo di abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso per il progetto di demolizione di un edificio di 11,95 metri da 2 piani a uso uffici-laboratori per ricostruire un edificio alto il doppio, da 61 appartamenti all’interno di un cortile di via Lepontina 7-9 a Milano.

Tra i 21 indagati Oggioni, Prusicki e Scandurra

Cantiere autorizzato – come in altre decine di casi simili finiti nel mirino della Procura – con una Scia per ristrutturazione edilizia, in assenza di un piano attuativo e senza “garantire un livello adeguato di dotazioni di servizi alla popolazione”.

Tra le persone che rischiano il processo dirigenti e funzionari di Palazzo Marino. A partire dall’ex direttore dello Sportello unico edilizia, Giovanni Oggioni, arrestato lo scorso marzo per corruzione e depistaggio (oggi è libero e sottoposto a obbligo di firma) già al centro di numerosi fascicoli,  all’ex numero uno della Direzione urbanistica del Comune Franco Zinna, il presidente della commissione per il paesaggio di Milano fra 2018 e 2021 allora dirigente del settore Urbanistica Marco Stanislao Prusicki, nonché tutti i componenti dell’organo tecnico-consultivo del Comune di quel triennio per i pareri rilasciati il 6 giugno e il 18 luglio 2019, fra cui l’architetto Alessandro Scandurra. Lo stesso finito ai domiciliari a luglio nell’inchiesta per corruzione con la Coima di Manfredi Catella e scarcerato due settimane dopo dal Tribunale del riesame. Vicenda per cui proprio oggi è attesa l’udienza in Cassazione a cui la Procura ha fatto ricorso.

Ecco cosa disse il Gip

Per il gip Fiorentini l’abuso edilizio nel quartiere Isola-Farini sarebbe avvenuto anche a causa della mancata “adeguata valutazione” in termini di “opere pubbliche in genere, uffici pubblici, parchi, strade, fognature, elettrificazione, servizio idrico, condutture di erogazione del gas” da tarare sul “numero” di “abitanti” da insediare e le loro “attività”. Il sequestro sarebbe stato quindi necessario perché “è evidente” che l’abuso edilizio verrebbe aggravato “consentendo l’avanzamento dei lavori e la vendita delle unità immobiliari”.

I vantaggi economici e possibile danno erariale

Secondo i pm i costruttori del ‘Giardino Segreto Isola’ avrebbero goduto del “finanziamento occulto” pagato dalla “collettività”. La completa “monetizzazione” degli standard urbanistici (i servizi) che è stata consentita in assenza di un “piano attuativo”, a cifre comprese fra i 381 e i 406 euro al metro quadrato, sarebbe avvenuta a “prezzi fortemente sottostimati rispetto ai valori di mercato delle aree edificabili” nel quartiere Isola. I pm parlano di “illecito vantaggio economico” e possibile “danno erariale” come la “indebita riduzione degli oneri”, l’iva agevolata al 10% e, per gli acquirenti delle case, una detrazione di imposta in 10 anni da 96mila euro (ridotti a 48mila nel 2025) a favore di chi avesse acquistato un appartamento entro 18 mesi dalla data di fine lavori.

Costruita con una scia

Un’ipotesi accusatoria che alcuni giorni fa ha trovato la robustissima sponda nella sentenza del Consiglio di Stato, il quale aveva una volta per tutte definito il concetto di “ristrutturazione” di un edificio, operazione possibile con la semplice Scia, a differenza della “nuova costruzione”, per la quale è necessario il piano attuativo e si devono pagare oneri e monetizzazioni superiori anche del 68% rispetto a quelli dovuti con la scia.

Per i giudici è ristrutturazione se il nuovo palazzo soddisfa tre parametri: “l’unicità dell’immobile interessato dall’intervento”; la “contestualità” fra abbattimento del primo e la ricostruzione del secondo; l’utilizzo della “volumetria preesistente” senza ulteriori “trasformazioni della morfologia del territorio”. Anche il “superamento di uno solo di questi limiti”, per i giudici, trasforma il nuovo palazzo in una “nuova costruzione”. Come sarebbe avvenuto per i giudici nel caso di via Lepontina, appunto. Una sentenza destinata a lasciare il segno.