La manovra prevede benefici per 23 euro mensili a operai e impiegati, ma 210 euro a chi ne guadagna 200 mila o più l’anno. Anche i parlamentari godranno di questi benefici, come se non ne avessero già abbastanza. Ho una rabbia…
Ester Vanoni
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Gentile lettrice, è riduttivo pensare che la destra al governo agisca solo per i propri interessi. No, mi creda, agisce per gli interessi di tutti i ricchi. Del resto, ai poveracci e alla classe media mica l’ha ordinato il medico di essere poveri o medi. Come disse Berlusconi a un operaio che gli esponeva le difficoltà di arrivare a fine mese: “Mi dispiace che lei viva di stipendio”. Ma a parte Berlusconi, il vero maestro, il grande filosofo di riferimento dei nostri governanti è Cetto La Qualunque: “Mi è stato chiesto, se vengo eletto, cosa intendo fare per i poveri. Una beata minchia intendo fare!” e “Qui non serve il lavoro perché, se uno sa firmare due assegni a vuoto, di fame non muore”. Il suo pilupensiero spopola tra quanti oggi siedono orgogliosamente e qualunquemente sugli scranni più alti. È finita la pacchia, mille euro a tutti, blocco navale dell’Africa, deportiamo i migranti, no accise sulla benzina, no commissioni sui Pos: sono solo alcune delle idee derivate da Cetto. La caccia agli evasori è un crimine. Il capo dell’Agenzia delle entrate, Ruffini, si dimise perché, disse, “Non mi era mai capitato di vedere pubblici funzionari additati come estorsori di un pizzo di Stato”. Ah, se avesse studiato il pilupensiero saprebbe che Cetto, quando i commercialisti gli proposero di pagare almeno una parte delle tasse, rispose: “Così in basso siete caduti?”
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