Negli Stati Uniti è stata raggiunta la soglia necessaria di firme per una petizione che obbliga la Camera dei Rappresentanti a votare una misura volta a rendere pubblici i documenti sull’imprenditore e finanziere Jeffrey Epstein, morto suicida in carcere nel 2019 dopo l’arresto per traffico sessuale di minori.
La 218esima firma, quella decisiva per far approdare la proposta in aula, è arrivata dalla deputata democratica Adelita Grijalva, che ha prestato giuramento questa sera dopo settimane di ritardo. Come primo atto ufficiale, Grijalva ha firmato la petizione, permettendo così di superare la soglia minima richiesta per la discussione della misura denominata Epstein Files Transparency Act.
Petizione sul caso Epstein: la Camera Usa costretta a votare sulla pubblicazione dei documenti
L’iniziativa bipartisan è stata promossa dal democratico Ro Khanna e dal repubblicano Thomas Massie. “I leader repubblicani della Camera non possono più bloccarla”, ha dichiarato Khanna su X, sottolineando che il voto ora diventa obbligatorio. Secondo alcuni esponenti democratici, il giuramento di Grijalva sarebbe stato rimandato dal presidente della Camera, Mike Johnson, proprio per evitare che la sua firma sbloccasse la procedura.
La vicenda Epstein è tornata al centro del dibattito politico dopo che alcuni parlamentari democratici hanno reso pubbliche delle email in cui Epstein scriveva che l’allora presidente Donald Trump avrebbe trascorso “ore a casa mia” insieme a una delle sue vittime. La Casa Bianca ha reagito accusando i democratici di aver diffuso “in modo selettivo” i messaggi per “creare una falsa narrazione volta a screditare il presidente”.
Con la petizione ora valida, la Camera sarà chiamata a esprimersi formalmente sulla trasparenza dei documenti in possesso dell’amministrazione Trump relativi al caso Epstein, una delle vicende più controverse e ancora opache della politica americana recente.