Urbanistica, colpo della Cassazione all’inchiesta: arresti illegittimi. E Sala rilancia l’accordo coi pm e un nuovo Salva-Milano

Per la Cassazione Catella, Tancredi e gli altri 5 indagati non erano da arrestare. Tutti liberi, senza interdizioni. Per la gioia di Sala

Urbanistica, colpo della Cassazione all’inchiesta: arresti illegittimi. E Sala rilancia l’accordo coi pm e un nuovo Salva-Milano

Tutti liberi. Ieri la Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi della Procura di Milano nell’inchiesta per corruzione sull’Urbanistica ai danni di Manfredi Catella, ceo di Coima, l’imprenditore di Bluestone, Andrea Bezzicheri, l’ex componente della commissione paesaggio, Alessandro Scandurra, che erano stati arrestati (ai domiciliari) a luglio e liberati due settimane dopo dal Tribunale del riesame. Così come la Corte ha annullato le interdittive per corruzione disposte dal Tribunale del riesame nei confronti dell’ex assessore alla Rigenerazione urbana di Milano, Giancarlo Tancredi, l’ex presidente della commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, e l’imprenditore Federico Pella.

Dalla Cassazione un duro colpo all’inchiesta sulla corruzione

I giudici della Sesta sezione della Suprema Corte hanno annullato le ordinanze senza rinvio a un nuovo collegio del riesame. Bisognerà attendere le motivazioni, tuttavia la decisione  degli ermellini sugli arresti  appare un colpo all’inchiesta dei pm Petruzzella-Filippini-Clerici-Siciliano, su quello che hanno definito come “sistema edilizio e urbanistico deviato”, basato su corruzioni mascherate da parcelle e incarichi e pratiche edilizie pilotate dalla commissione paesaggio attraverso architetti nominati a svolgere incarichi pubblici di valutazione in conflitti d’interesse con costruttori e fondi immobiliari.

Consulenze ritenute lecite

La Cassazione, respingendo il ricorso della Procura, sembra dare ragione al Riesame sull’assenza di gravi indizi sulla presunta corruzione tra Catella, Scandurra, e Bezziccheri, l’unico che era finito in carcere, a fine luglio. Evidentemente le consulenze commissionate da Coima (28mila euro) e Bluestone (quasi 400mila euro) a Scandurra tra il 2018 e il 2024, quando cioè lo stesso sedeva nella commissione paesaggio, chiamata a votare alcuni dei progetti immobiliari presentati dalle due società fra cui l’ex Pirellino e lo Scalo Romana, rappresentano normali parcelle professionali.

Stesso giudizio dei giudici per l’ex assessore Tancredi, dimessosi dopo l’indagine, Marinoni e Pella, che a luglio erano finiti ai domiciliari su ordine del gip con l’ipotesi di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e false dichiarazioni (solo Marinoni) per le mancate dichiarazioni dei conflitti d’interesse in seno alla commissione paesaggio.

Catella: “11 giudici hanno riconosciuto la nostra integrità”

Cantano vittoria i protagonisti, a partire da Catella, che ha dichiarato: “La Corte Suprema (sic) ha definitivamente rigettato il ricorso della Procura confermando l’infondatezza dell’impianto accusatorio”. “Dal 16 luglio, data di notifica delle accuse, al 12 novembre, data di udienza della Corte Suprema, in 120 giorni, undici giudici, oltre alla stessa Procura Generale di Stato, hanno radicato progressivamente fino al livello massimo della magistratura la nostra estraneità a quanto contestatoci”, ha aggiunto.

Canta vittoria anche Sala che vuole un accordo con la Procura

Ma canta vittoria anche il sindaco Beppe Sala, che ha subito rilanciato su un accordo con la procura sui palazzi sequestrati e su un nuovo Salva-Milano. “La Cassazione smentisce l’orientamento della Procura e io purtroppo quello che vedo è che la Procura continua a andare avanti senza molto tener conto del fatto che il sistema giudicante non accoglie in parte significativa la sua linea e me ne dispiaccio”, ha detto il sindaco.

“Abbiamo dimostrato in questi mesi di non essere sordi ai richiami della Procura, anzi abbiamo preso iniziative tali da dimostrare buona volontà e da correggere alcune nostre azioni”, ha continuato, “però in questo momento non possiamo continuare, per il bene di Milano, a un confronto tra sordi”. Per il sindaco “Bisogna mettersi al tavolo con la Procura e capire cosa si può fare per uscire da una questione che evidentemente ha portato a uno stallo a Milano”.

L’immediato rilancio sul nuovo colpo di spugna come il Salva-Milano

“Il Salva-Milano è morto, ma la necessità di una legge nazionale c’è, se no in questa situazione cadranno altre città, Bologna già sta sperimentando una problematica del genere” ha concluso il primo cittadino.