Un nuovo condono o una vera e propria marchetta elettorale? La sanatoria edilizia proposta da Fratelli d’Italia, attraverso un emendamento alla Manovra, finisce nel mirino delle opposizioni. Tra gli oltre 1.600 emendamenti presentati in Parlamento dai partiti di maggioranza non mancano richieste bizzarre, ma soprattutto misure che sembrano tutt’altro che casuali a pochi giorni dal voto regionale in Campania, Puglia e Veneto e anche condoni, oltre alla richiesta di allargare la rottamazione già prevista dal testo originale.
Il punto più controverso riguarda la richiesta di Fratelli d’Italia di riaprire i termini della sanatoria edilizia del 2003. Come spiega il senatore di Fdi, Antonio Iannone, si tratta di una misura indirizzata ai cittadini campani. Ovvero quelli che andranno al voto per eleggere il nuovo presidente di Regione il 23 e il 24 novembre, con il centrodestra che schiera l’attuale viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, contro Roberto Fico del campo largo. Iannone spiega che con questo emendamento “sarà possibile sanare una grave discriminazione sulla sanatoria 2003”, salvando “migliaia di persone dall’abbattimento”.
Manovra, la sanatoria edilizia che guarda alla Campania
La proposta contiene misure “per la riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica, per l’incentivazione dell’attività di repressione dell’abusivismo edilizio, nonché per la definizione degli illeciti edilizi e delle occupazioni di aree demaniali”. Ma soprattutto la riapertura dei termini della sanatoria del 2003, con la quale “ci sono state persone che hanno avuto la possibilità di accedere alla sanatoria e altri invece che pure pagando nei sono rimasti fuori per errore della Regione Campania, allora amministrata dal centrosinistra”. Parliamo, sottolinea il senatore di Fdi, di “edifici non realizzati in zone rosse, cioè che sono in possesso di titolo abilitativo edilizio, quindi regolarizzabili”. E che così potrebbero essere sanati.
Anche se spetterà alle Regioni “consentire di accedere alla sanatoria”. E viene quindi da pensare che con un presidente di centrodestra questo avverrebbe. Le opposizioni parlano di “voto di scambio” e di condono. All’attacco va il capogruppo del Pd in commissione Finanza alla Camera, Virgilio Merola: “A una settimana dalle elezioni regionali, il Parlamento registra un vero e proprio fioccare di emendamenti della maggioranza che hanno tutto il sapore di voto di scambio”. Il riferimento è soprattutto alla sanatoria edilizia che “riguarda in realtà territori e comuni dove il voto sarà decisivo nelle prossime settimane”. Norme che, sottolinea Merola, probabilmente non verranno approvate ma “vengono presentate in piena campagna elettorale con chiari intenti di pressione politica, alimentando clientelismo e disparità territoriali”.
Simile la posizione di Angelo Bonelli, parlamentare di Avs e co-portavoce di Europa Verde, che parla di “atto irresponsabile e criminogeno: la presidente Meloni, più volte, ha affermato che non ci sarebbero mai stati nuovi condoni. Oggi invece un suo esponente presenta un emendamento che ha come unico scopo quello di raccogliere voti durante la campagna elettorale. Siamo di fronte a un vero e proprio voto di scambio, inaccettabile in un Paese civile”. Anche perché, ricorda Bonelli, il condono del 2003 consentiva “la sanatoria perfino di immobili realizzati in aree sottoposte a vincolo ambientale”. Carmela Auriemma, deputata M5s, sottolinea che “nel giro di qualche ora in Campania sono state propagandate da Cirielli e dalla sua compagine l’aumento delle pensioni e la riapertura di una sanatoria”.
Non solo condoni, le altre proposte della maggioranza
Ben diverso il discorso riguardante un’altra proposta della maggioranza e, nello specifico, di Forza Italia. Questa volta si vola in Puglia, altro territorio interessato dal voto regionale, ma non si parla di sanatoria bensì di un ristoro per i risparmiatori vittime di frodi. Dario Damiani, senatore azzurro e relatore della Manovra, sottolinea di essere promotore “per la Puglia di un emendamento che mira a includere nel Fondo indennizzi per le vittime di frodi finanziarie anche i risparmiatori della ex Banca Popolare di Bari”. L’idea è aumentare la dotazione del fondo di venti milioni per intervenire “nei confronti di migliaia di risparmiatori traditi” che “non hanno ricevuto il giusto ristoro”.
Nella lista infinita di emendamenti rientra anche una proposta un po’ particolare, sempre da Forza Italia: la senatrice Daniela Ternullo vuole introdurre una detrazione dell’imposta lorda pari al 36% per le spese sostenute per gli interventi di manutenzione, restauro e ristrutturazione edilizia “eseguiti su tombe, cappelle, sepolcri e manufatti cimiteriali in genere”. Una sorta di bonus tombe. Infine, c’è la Lega che chiede, con un emendamento, di vendere le quote italiane del Mes, pari a 15 miliardi, per finanziare la sanità o ridurre le tasse. Insomma, un governo europeista ma non troppo, che non solo blocca la riforma del Mes ma ora vuole anche venderne le quote.