Il quotidiano francese Libération smonta il miracolo economico attribuito alla Meloni: Crescita debole, dipendenza dai fondi UE e nessuna vera riforma

Crescita debole e nessuna vera riforma. Il quotidiano francese Libération smonta il presunto miracolo economico attribuito a Giorgia Meloni

Il quotidiano francese Libération smonta il miracolo economico attribuito alla Meloni: Crescita debole, dipendenza dai fondi UE e nessuna vera riforma

Il nome di Giorgia Meloni torna sulle prime pagine francesi, ma non per un nuovo trionfo politico. Libération dedica oggi un dossier di tre pagine – con apertura in evidenza – alla premier italiana, smontando passo dopo passo la narrazione del “miracolo economico” che la destra d’Oltralpe le attribuisce. A colpire è soprattutto il tono del quotidiano, che parla senza giri di parole di “illusione” e “gioco di facciata”, sostenendo che il presunto successo economico del governo poggia più sull’eredità dei predecessori e sulla spinta dei fondi europei che su un reale cambio di passo.

Il cuore del dossier è l’articolo dal titolo eloquente, “L’inganno della gloria di Giorgia Meloni”. Qui Libération osserva come la crescita italiana dello scorso anno sia stata tutt’altro che straordinaria – un +0,5% definito “anemico” – e sottolinea che senza i 194 miliardi del piano Next Generation EU il Paese sarebbe probabilmente scivolato in recessione. Nella lettura del quotidiano francese, il governo attuale non avrebbe introdotto riforme strutturali degne di nota, limitandosi a non compromettere il terreno preparato dai governi precedenti.

Crescita debole, dipendenza dai fondi UE e nessuna vera riforma. Il quotidiano francese Libération smonta il miracolo economico della Meloni

La terza pagina allarga lo sguardo alla politica francese e alla fascinazione che diverse forze della destra, da Les Républicains ai sostenitori di Éric Zemmour, manifestano nei confronti della premier italiana. Un’ammirazione che, secondo Libération, prescinde dai dati economici e si concentra piuttosto sulla sua abilità nel moderare i toni su Unione europea e Stati Uniti, rendendo la sua immagine più digeribile anche fuori dall’Italia.

Approfondimenti aggiuntivi chiudono il dossier, toccando l’interventismo statale nelle banche e il recente decreto sicurezza, criticato da sindacati e giuristi per quella che definiscono una deriva autoritaria mirata a limitare il diritto di protesta. Nel complesso, il quotidiano francese delinea un quadro tutt’altro che celebrativo, che invita a guardare dietro le quinte del racconto politico.