Mentre emergono i dettagli del piano Usa di Donald Trump per porre fine al conflitto a Kiev – benedetto da Vladimir Putin in persona – aumenta la frustrazione dell’Europa per essere stata tagliata fuori dalla proposta. Così com’è stato per il piano di pace per Gaza. “All’Ue non è stato comunicato alcun piano in maniera ufficiale. Non ha senso in questo momento fare commenti”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. “Noi siamo al fianco dell’Ucraina nella difesa dei principi contenuti nella Carta dell’Onu e lavoriamo con il presidente Volodymyr Zelensky per una pace giusta e duratura”, ha aggiunto.
La frustrazione dell’Europa per essere stata tagliata fuori dal piano per Kiev
A Bruxelles serpeggia la preoccupazione per un accordo siglato fra il tycoon e lo zar senza tenere conto degli interessi dell’Europa e dell’Ucraina. Questa la motivazione ufficiale. Quella reale racconta la frustrazione per l’irrilevanza del Vecchio Continente. Da qui si spiega la frenesia che si i è impossessata dei leader Ue. Al punto che il Wall Street Journal dà notizia che i leader europei stanno elaborando una propria controfferta su come porre fine alla guerra a condizioni alternative a quelle stabilite dal piano Usa-Mosca e stanno cercando di convincere l’Ucraina a sostenere la propria proposta, concepita per essere più favorevole a Kiev. “L’Europa spera di avere il piano pronto entro pochi giorni, ma Kiev finora non si è impegnata ad aderirvi”, scrive il Wsj.
La telefonata dei leader Ue con Zelensky
Insomma poche idee ma confuse. Così com’è emerso dalla telefonata nella tarda mattinata di ieri tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer. I leader europei hanno in programma di tenere una riunione di emergenza anche oggi al vertice del G20 in Sudafrica. Merz, Macron e Starmer nella telefonata con Zelensky hanno sostenuto che “continueranno a perseguire l’obiettivo di salvaguardare gli interessi vitali europei e ucraini a lungo termine”, confermando il loro “incrollabile e pieno sostegno all’Ucraina verso una pace duratura e giusta”. E’ quanto si legge nel resoconto della chiamata, fornito dal governo tedesco.
I leader hanno “accolto con favore gli sforzi degli Usa”, comprese le proposte sulla sovranità dell’Ucraina e sulle “robuste” garanzie di sicurezza. Ma ribadiscono che l’attuale linea del fronte deve servire “come punto di partenza” per ogni discussione territoriale. “Tutte le decisioni che riguardano gli stati europei, l’Ue e la Nato hanno bisogno del consenso dei partner europei e degli alleati”, si legge ancora nel comunicato della cancelleria tedesca.
Zelensky vuole partire dal piano Usa
“Sono grato per il loro sostegno di principio all’Ucraina e a tutto il nostro popolo”, ha precisato Zelensky. “Abbiamo coordinato i prossimi passi e concordato che i team ai livelli appropriati lavoreranno insieme”, ha aggiunto. Zelensky ha poi ribadito il suo “apprezzamento agli sforzi degli Stati Uniti, del presidente Trump e della sua squadra volti a porre fine a questa guerra. Stiamo lavorando al documento preparato dalla parte americana. Questo deve essere un piano che garantisca una pace vera e dignitosa”.
Dunque anche Zelensky pare considerare come punto di partenza solo il piano Usa. Come ha confermato dopo una telefonata con il vice di Trump Jd Vance e con il segretario geneerale della Nato, Mark Rutte. Kiev è “pronta a lavorare rapidamente e in modo costruttivo per garantire il successo” del piano proposto dagli Stati Uniti, ha detto il leader ucraino. E lo stesso in realtà sembrano fare i leader europei ai quali, ripetiamo, sembra più stare a cuore ritagliarsi un ruolo e non rimanere tagliati fuori che firmare un loro piano di pace. Anche perché questo significherebbe riconoscere che in questi tre anni non ne hanno azzeccata una, anzi, hanno, semmai, remato contro la pace continuando a parlare di riarmo e fomentando gli animi con sanzioni ai russi.
Le sanzioni di Kallas
“Oggi è il giorno in cui le sanzioni americane contro la Russia dovrebbero entrare in vigore. Spero che non si decida di rinviarle perché è esattamente ciò che la Russia desidera”, ha detto ieri l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Kaja Kallas. Che in Europa la confusione regni sovrana come la disperata ricerca di un posto al sole lo si capisce pure dalle parole di Starmer. Il presidente americano – dice il primo ministro britannico – mira alla pace in Ucraina con il suo piano, “noi ora dobbiamo lavorare” partendo da questo testo, ma anche “ribadendo il principio che conta: che il futuro dell’Ucraina va determinato dall’Ucraina”. Non c’è un accordo di pace sull’Ucraina senza l’Ucraina, va ripetendo Ursula von der Leyen.
Meloni, tagliata fuori dalla telefonata a quattro, ha poi sentito Merz, “per un primo scambio di valutazioni sulla proposta di pace americana per l’Ucraina”. Come riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che “nel corso del colloquio è stata sottolineata l’importanza di sostenere gli sforzi negoziali in corso e ribadito l’obiettivo finale del raggiungimento di una pace giusta e duratura, nell’interesse dell’intera Europa”.