La crescita resta modesta, salvata soltanto dal Pnrr

L'Ocse rivede al ribasso la crescita italiana, zavorrata anche dai dazi. E l'unica ancora di salvezza per il Pil resta il Pnrr.

La crescita resta modesta, salvata soltanto dal Pnrr

Il Pnrr è l’unica ancora di salvezza della crescita italiana, sempre più asfittica. E i dazi statunitensi, quelli che il governo definiva come una possibile opportunità per l’Italia, rischiano di affossare ulteriormente l’economia italiana. I dati dell’Ocse sulla crescita rappresentano la ormai consueta doccia gelata per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il Pil italiano è stato rivisto al ribasso, con un +0,5% quest’anno che salirà solamente allo 0,6% nel 2026 e allo 0,7% nel 2027. L’Ocse sottolinea come a pesare sia anche “l’atonia dell’export” legata ai dazi voluti da Donald Trump e alla debolezza dei consumi, che causerà una frenata della crescita.

Ma c’è un altro problema ancora maggiore, ovvero la fine del Pnrr. Gli investimenti legati al piano europeo, infatti, permetteranno al Paese di accelerare nel 2026, ma poi comporteranno un rallentamento della crescita nel 2027, con la fine del programma Ue. Per quanto riguarda l’export, le “restrizioni al commercio globale” stanno già facendo vedere i loro effetti, per esempio sulla crescita del secondo e del terzo trimestre, ferma anche per la contrazione delle esportazioni.

E proprio l’export e l’incertezza derivante dagli equilibri commerciali internazionali “peseranno sull’attività nella prima metà del 2026”. Migliore il giudizio dell’Ocse sul consolidamento dei conti che “contribuisce a ridurre i costi del debito”. Il deficit, secondo le proiezioni dell’organismo con sede a Parigi, dovrebbe scendere al 2,9% del Pil nel 2025 e si ridurrà ulteriormente al 2,6% nel 2027. Luiz de Mello, economista dell’Ocse, raccomanda quindi all’Italia di mantenere “la sua traiettoria di risanamento delle finanze pubbliche”, tanto più di fronte a un debito elevato.

Regge la crescita globale

L’Economic Outlook dell’Ocse allarga poi lo sguardo anche all’economia mondiale, che dovrebbe registrare una crescita del 3,2% nel 2025, in calo però rispetto al 3,3% dello scorso anno. Poi si attende un netto rallentamento, al 2,9%, nel 2026 per ripartire nel 2027 tornando al di sopra del 3%. Per quanto riguarda l’eurozona, si prevede una crescita dell’1,3% quest’anno (meglio di quanto stimato a settembre) e dell’1,2% nel 2026, per poi risalire all’1,4% nel 2027.