I rimborsi del pedaggio autostradale in caso di ritardi causati dai cantieri diventano realtà. L’Autorità per i trasporti ha dato il via libera ufficiale al sistema di rimborso che passerà attraverso un’applicazione unica nazionale. In caso di disagi, causati da lavori programmati, restringimenti di carreggiata e code per altri motivi, il pedaggio potrà essere in parte o completamente rimborsato.
L’Autorità ha dato il via libera al diritto al rimborso dei pedaggi in caso di disagi per i cantieri e il blocco del traffico. Una misura che serve per “offrire maggiori garanzie ai cittadini” di fronte ai rallentamenti e ai disagi, viene spiegato. Ma come funziona il rimborso e quali sono i rischi relativi alla novità che entrerà in vigore il prossimo anno?
Quando scattano i rimborsi per il pedaggio autostradale e in quali casi
I rimborsi entreranno in vigore dal primo giugno 2026 in caso di blocco del traffico. Scatteranno in caso di presenza di cantieri sui percorsi in tratte gestite dallo stesso concessionario. Poi, dal primo dicembre 2026, i rimborsi varranno anche in caso di cantieri su percorsi che si trovano su tratte gestite da più concessionari.
Il principio è quello del Pay per use, ovvero un pedaggio equo e proporzionato al servizio, come spiega il presidente dell’Autorità per i trasporti, Nicola Zaccheo. Il rimborso si dovrà chiedere attraverso un’app unica nazionale, sulla quale ricevere l’accredito entro circa dieci giorni dalla richiesta.
Come funzionano i rimborsi
Nel caso in cui non sia possibile pagare per un’infrastruttura efficiente, allora il servizio non viene offerto come previsto e quindi si prevede, con questo nuovo regolamento, un rimborso. Per il quale si deve distinguere tra cantieri non emergenziali e traffico bloccato. Con poi soglie e condizioni specifiche per valutare il rimborso.
In caso di cantieri programmati la somma spettante dipende dalla lunghezza della tratta e dal ritardo causato. Sotto i 30 km si può sempre ottenere, mentre tra i 30 e i 50 km di cantieri si ha il rimborso se il ritardo è di almeno dieci minuti. Oltre i 50 km i minuti diventano 15. Il conteggio avviene con un calcolo complesso basato su diversi parametri. Diverso il discorso per i cantieri di emergenza, quelli per esempio legati a incidenti o eventi meteo avversi. In generale i rimborsi sono più alti quanto più alto è il ritardo causato.
Pedaggio autostradale, il rischio aumenti
Solo buone notizie, quindi? Secondo quanto sottolinea il Codacons, il rischio di una beffa per gli automobilisti è dietro l’angolo. Perché il timore è che questo meccanismo possa essere applicato scaricando “sugli stessi automobilisti la spesa sostenuta dalle società autostradali per i ristori”. Il Codacons sottolinea anche il rischio che il meccanismo permetta ai gestori di limitare l’erogazione degli indennizzi attraverso alcuni escamotage.
Ma il timore maggiore è legato al fatto che le società potrebbero decidere di recuperare la spesa per i rimborsi attraverso un aumento delle tariffe dei pedaggi. In sostanza, spiega l’associazione, “saranno gli stessi automobilisti, attraverso le tariffe autostradali, a pagare di tasca propria i rimborsi concessi per ritardi e blocchi del traffico”.