Il richiamo alla pace della Cei: per i vescovi italiani “la famiglia umana deve scegliere tra la convivenza e la minaccia della distruzione”

Per la Cei siamo su un "crinale apocalittico". Per questo i vescovi italiani lanciano un messaggio di pace e disarmo.

Il richiamo alla pace della Cei: per i vescovi italiani “la famiglia umana deve scegliere tra la convivenza e la minaccia della distruzione”

La Chiesa cattolica italiana “avverte la responsabilità di pronunciare oggi parole di pace”, perché “il grido delle vittime giunge a noi con una forza che ci interpella direttamente; le immagini di violenza crescente ci sconcertano e chiamano a un impegno rafforzato”. È quanto scrive la Cei nella Nota Pastorale “Educare a una pace disarmata e disarmante” approvata ieri dall’81esima Assemblea Generale che si è svolta ad Assisi.

Da Zuppi un richiamo alle “inutili stragi di bambini”

A presentarla, il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi: “La cura per una cultura di pace è una costante preoccupazione dei credenti e di tutti gli uomini di buona volontà”, ha spiegato. Per Zuppi è “necessario un rinnovato annuncio di pace” e la Nota fornisce “un’analisi attenta della situazione attuale segnata da numerosi conflitti; dall’inutile strage di persone, per lo più civili e bambini; da una mentalità che rincorre la strategia della deterrenza degli armamenti, che può cambiare l’economia e la cultura dei nostri Paesi; da una violenza diffusa che rischia di diventare una cultura che affascina soprattutto i più giovani”.

“Sconcerta quanto succede in Terra Santa”, ammonisce la Cei

“Sul piano simbolico, sconcerta una guerra in Ucraina in cui l’aggressore usa riferimenti al Vangelo per motivare la propria azione; sconcerta ancor più la realtà lacerante di una situazione conflittuale in Terra Santa: una guerra fra i figli di Abramo che ha bagnato di sangue la terra cara alle tre fedi monoteistiche. Tante vite spezzate, tante convivenze lacerate, tanta distruzione di case e città: come parlare di pace oggi?”, si legge nel documento.

“Le necessità della difesa non devono diventare occasione per contribuire al riarmo globale di questi anni, distraendo risorse dalla costruzione di una comunità più umana”, ammoniscono i vescovi che sottolineano (e ricordano) come “l’Unione Europea testimonia che un’altra strada è possibile, che la logica della violenza non è inevitabile”.

Per i vescovi siamo ancora su un “crinale apocalittico”, dove la “famiglia umana” deve scegliere “tra la possibilità della convivenza e la minaccia della distruzione”. E conclude la Cei: “Più che mai occorre sostenere speranze di pace capaci di futuro”.