Donald Trump è sempre più insofferente davanti alle critiche dei media e per questo è tornato a prendersela con il New York Times. Un attacco che il tycoon ha portato avanti con il tono che lo ha reso inconfondibile sin dai suoi anni alla Casa Bianca, fatto di frasi dure e ad effetto. Sulla piattaforma Truth, il social di sua proprietà, l’ex presidente accusa lo storico quotidiano americano di raccontare “falsità” sul suo stato di salute. Il bersaglio, questa volta, sarebbe una serie di articoli che lo descriverebbero in fase calante, meno lucido e non più in forma come un tempo. Una narrazione che Trump liquida senza esitazioni, bollando il New York Times come “nemico del popolo” e arrivando a sostenere che sarebbe “una fortuna per il Paese” se il giornale smettesse di pubblicare.
Nel suo lungo e acceso post, il tycoon rivendica un curriculum vitae che, a suo avviso, non avrebbe eguali nella storia degli Stati Uniti. Una tesi che lo stesso ha sostenuto raccontando di aver interrotto otto guerre (salvo dimenticare che la più delicata, quella in Ucraina, è ancora in corso e che la tregua tra Cambogia e Thailandia è saltata), salvando milioni di vite.
Poi ha aggiunto anche di aver costruito “la più grande economia” della storia americana, vantandosi della sua politica dei dazi. Ma non è tutto. Il tycoon ha poi aggiunto di aver riportato in patria le imprese statunitensi che avevano delocalizzato le produzioni, ricostruito l’esercito “più forte del mondo”, realizzato “i più grandi tagli fiscali e regolamentari di sempre”. Inoltre si è ventato di aver blindato il confine meridionale e persino creato un’aura internazionale che avrebbe imposto agli altri Paesi un nuovo rispetto verso Washington.
Trump attacca il New York Times: “Sono nemici del popolo”
Di fronte a un elenco tanto vasto, appare chiaro che la tesi di Trump è che chi insinua dubbi sulle sue condizioni fisiche o cognitive lo faccia in cattiva fede. Per questo è arrivato a definire “sedizioso, forse persino traditore” il comportamento del New York Times e di altre testate che, secondo lui, pubblicano articoli falsi “per diffamare e umiliare il presidente degli Stati Uniti”. Garantisce di sapere riconoscere da solo quando starà “rallentando”, ma non ritiene che quel momento sia arrivato. Anzi, insiste di lavorare “molto duramente” e ricorda gli esami medici e cognitivi cui si sarebbe sottoposto per dimostrare la sua piena efficienza.