Gaza resterà senza cure e acqua, Israele blocca l’attività di 37 Ong

Israele sospenderà l'attività di 37 Ong nella Striscia di Gaza. Così la popolazione rischia di rimanere senza cure mediche e senza acqua.

Gaza resterà senza cure e acqua, Israele blocca l’attività di 37 Ong

Una nuova stretta sulle Ong. Un nuovo tentativo di impedire alle organizzazioni di operare nella Striscia di Gaza e aiutare la popolazione. Il governo israeliano ha annunciato che revocherà il permesso concesso a 37 organizzazioni umanitarie per operazione nella Striscia. Tra queste Ong ci sono anche Medici Senza Frontiere, ActionAid e Oxfam.

L’accusa da parte di Israele nei confronti delle associazioni è quella di presunte violazioni degli standard di sicurezza e di trasparenza. Il ministero degli affari della Diaspora sostiene che “la principale carenza emersa è stata il rifiuto di fornire informazioni complete e verificabili sui propri dipendenti”.

Israele sospende l’attività di 37 Ong, così Gaza rischia di rimanere senza cure mediche e acqua

Nella nota del ministero viene spiegato che “le verifiche di sicurezza hanno rivelato che i dipendenti di alcune organizzazioni erano coinvolti in attività terroristiche… in particolare, Medici Senza Frontiere”. Un’accusa che Tel Aviv muove alle Ong per bloccare il loro operato a Gaza.

Negli scorsi giorni, Msf aveva chiesto “alle autorità israeliane di garantire che le Ong internazionali possano continuare a operare in modo imparziale e indipendente a Gaza”. “Nell’ultimo anno, i team di Msf hanno curato centinaia di migliaia di pazienti e fornito centinaia di milioni di litri d’acqua”, aveva ricordato Pascale Coissard, coordinatrice delle emergenze di Msf a Gaza, aggiungendo che “solo nel 2025 abbiamo effettuato quasi 800.000 visite ambulatoriali e gestito più di 100.000 pazienti con trauma”.

“Se Msf perdesse l’accesso alla Striscia nel 2026, a causa della decisione delle autorità israeliane, gran parte della popolazione di Gaza perderebbe l’accesso alle cure mediche essenziali, all’acqua e all’assistenza di base”, era stato il monito, precisando che “le attività di Msf aiutano quasi mezzo milione di persone a Gaza”. Secondo la nuova direttiva, le organizzazioni dovranno richiamare il proprio personale entro il prossimo 1 marzo.