Nella tasca di Renzi la lista dei ministri

di Antonello Di Lella

La lista dei ministri di quello che sarà il primo governo firmato Matteo Renzi è pronta. E sicuramente non da ieri. Ma ben presto il segretario sarà costretto a fare i conti con quel mondo che finora ha tanto criticato. Quello dei partiti pronti a spartirsi le poltrone. Mentre si continua a ipotizzare su come verranno incastonati i vari nomi nel puzzle di Palazzo Chigi non resta che affidarsi ai rumors fuoriusciti dai palazzi della politica. E a vecchie dichiarazioni del sindaco di Firenze che oltre un anno fa dichiarò che qualora fosse andato al governo avrebbe formato un esecutivo snello: 10, massimo 12 ministri. Vedremo se Renzi sarà di parola. Non sarà certo facile però non potendo contare su una maggioranza tanto larga. Con ogni probabilità il sindaco faceva riferimento all’eventualità di diventare presidente del Consiglio dopo aver vinto le elezioni. Perché era quello il suo disegno. Ma in politica le giravolte e i cambi di programma sono sempre dietro l’angolo.

In pole
Tanti i nomi che si rincorrono, più o meno conosciuti. Al ministero chiave del Tesoro Lucrezia Reichlin sembrerebbe aver messo la freccia su Lorenzo Bini Smaghi e Piercarlo Padoan. Per lo Sviluppo favorito Andrea Guerra. Alle Riforme, voci sempre più insistenti, danno per certa la fedelissima del sindaco Maria Elena Boschi. L’ex segretario Pd, Guglielmo Epifani, potrebbe finire al ministero del Lavoro. Promozione in vista per Graziano Delrio, per lui si parla dell’Interno, mentre Michele Vietti sembra lanciatissimo al posto della Cancellieri al dicastero della Giustizia. Alla Cultura sfida a due tra lo scrittore Alessandro Baricco e il candidato alla segreteria dem sconfitto da Renzi Gianni Cuperlo. Determinanti saranno gli equilibri politici e il Nuovo Centrodestra punta a confermare Beatrice Lorenzin alla Sanità e Maurizio Lupi ai Trasporti. E tra i riconfermati, più contestati, dovrebbe esserci anche Emma Bonino alla Farnesina. Nel nuovo esecutivo spazio anche per Dario Franceschini e Fabrizio Barca. Ma si sa il sindaco ama sempre tirar fuori il coniglio dal cilindro e, allora, meglio non escludere altre sorprese.