A bordo della Humanity inizia lo sciopero della fame

Le legale della Ong tedesca Sos Humanity: "Il decreto dei ministeri non sarà ottemperato dal capitano".

A bordo della Humanity inizia lo sciopero della fame

Un gran numero di naufraghi che si trovano a bordo della Humanity 1, la nave della ong tedesca Sos Humanity ormeggiata nel porto di Catania con a bordo 35 migranti, ha cominciato lo sciopero della fame.

Le legale della Ong Sos Humanity: “Il decreto dei ministeri non sarà ottemperato dal capitano”

“Il decreto dei ministeri non sarà ottemperato dal capitano, al momento non c’è alcuna altra notifica da parte della Procura né dai ministeri. Stiamo in attesa, come in altri casi potrebbe esserci una rivalutazione da parte del ministero in autotutela” ha dichiarato l’avvocato Riccardo Campochiaro, legale della Humanity 1.

“Domani – ha aggiunto – andremo in Tribunale a presentare la richiesta, i tempi sono brevi per la necessità, spero di avere risposte entro le 48 ore. Ma non dipende da noi. Non ci sono al momento alternative per smuovere la situazione che sembra essere stagnante”.

“La procura di Catania – ha sottolineato ancora il legale della Humanity -, che è molto attenta, conosce bene la situazione. So che ci sono associazione che si stanno muovendo per presentare un esposto alla procura di Catania sul trattamento dei migranti e sul fatto che non stati fatti sbarcare tutti”.

Nordio: “La selezione dei migranti non è fatta in base ai loro interessi ma a quelli degli scafisti”

“La selezione dei migranti non è fatta in base ai loro interessi ma a quelli degli scafisti che li portano” ha dichiarato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio parlando dell’emergenza migranti in corso a Carania.

“I poveri tra i poveri, vecchi, malati, moribondi, rimangono lì” ha detto ancora il Guardasigilli aggiungendo che i migranti che approdano in Italia “possono permettersi di pagare dai due ai cinquemila euro a queste organizzazioni che li trasportano. Noi li prendiamo non perché siamo buoni ma perché siamo rassegnati”.

Per quanto riguarda la gestione dei migranti, Nordio ha sottolineato che “il trattato di Dublino è chiarissimo: la gestione deve essere fatta dallo Stato di primo accesso. E se una nave straniera in acque internazionali accoglie dei migranti, lo Stato di primo accesso è quello di bandiera di quella nave”.

“La vera soluzione secondo me sta nell’accordarci con gli amici della Ue – ha detto ancora il ministro della Giustizia -, che proprio secondo il trattato di Dublino chi viene soccorso in acque internazionali approda nello stato di bandiera della nave, e deve essere gestito da quello Stato. Curato dal porto più vicino, se necessario, ma poi portato nel territorio nello Stato di primo approdo. Credo sarebbe bene in ambito internazionale invocare questi accordi di Dublino, non accordi politici di nuova costruzione”.

Nordio ha concluso che il comandante di una nave è un pubblico ufficiale: “Chi accoglie il migrante lo fa nel suo Stato, che è quello della bandiera della nave. Non c’è altra soluzione dal punto di vista giuridico”.

Photo credits: Max Callavari / SOS Humanity

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