A chi i bonus e a chi niente, scoppia la rivolta dei bancari. Sciopero generale e manifestazioni il 30 gennaio. Contratto in alto mare. Crollo degli occupati

Sciopereranno compatti “per respingere l’arroganza e l’egoismo dei banchieri che li vogliono portare indietro nel tempo”. Con questa motivazione, tutte le sigle sindacali dei bancari, tornate per la prima volta unite dopo anni, hanno proclamato lo sciopero generale della categoria per il prossimo 30 gennaio, a sostegno del diritto di rinnovo del contratto nazionale e contro la decisione del’Abi di dare disdetta e di disapplicare i contratti dal prossimo primo aprile.

TEMPI ANDATI
E dire che “indietro nel tempo” trovare un posto in banca era una sicurezza, quasi quanto a un posto statale. Oggi invece tutto il settore è allo stremo, doppiamente infuriato per i ritmi e le condizioni di lavoro, ma sopratutto per la sperequazione tra gli stipendi di chi sta allo sportello e di chi incassa cifre a molti zeri e per di più a fine anno incassa pure bonus milionari. Per questo le otto sigle del settore, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito, Sinfub e Unisin, tornate insieme dopo alcuni anni in cui Unisin era stato estromesso dal primo tavolo, in una nota congiunta hanno annunciato quattro grandi manifestazioni nazionali: a Roma, Milano, Palermo e una quarta a Ravenna, città del presidente dell’Abi Antonio Patuelli.

SINDACATI COMPATTI
Tutte le otto sigle affermano che “il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa di occupazione e area contrattuale”. I sindacati aggiungono: “vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco dei clienti e dei risparmiatori”. Ma in tempi di crisi, dove proprio le banche negano il credito a famiglie e imprese, siamo di fronte a uno sciopero digeribile? “Scioperiamo e manifestiamo contro un’inconcepibile chiusura, intellettuale e politica, delle banche rispetto ai diritti dei lavoratori, in difesa dell’occupazione e per ottenere nuove assunzioni destinate ai giovani”, ha spiegato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, che tra le motivazioni della protesta aggiunge il recupero degli “aumenti economici legati all’inflazione” e per un contratto “a tutela dell’intera categoria, contro la volontà politica delle banche di sostituire la nostra contrattazione nazionale con i contratti aziendali e di gruppo”. Oltre alla giornata di sciopero è stata proclamata l’astensione dallo straordinario dal 30 gennaio al 28 febbraio, ferme restando le franchigie previste.