A dire il falso non era Ranucci. Il ministero di Salvini costretto a dargli ragione: la mail a Report dal Mit non è mai partita

Dopo aver attaccato il conduttore di Report il dicastero delle Infrastrutture ha ammesso di aver sbagliato

A dire il falso non era Ranucci. Il ministero di Salvini costretto a dargli ragione: la mail a Report dal Mit non è mai partita

Alla fine la verità viene a galla. Tra Matteo Salvini e Sigfrido Ranucci aveva ragione il secondo. Lunedì, ovvero il giorno dopo la puntata di Report con l’inchiesta sulle Olimpiadi Milano-Cortina, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Salvini, aveva diffuso una nota in cui affermava che, contrariamente a quanto sostenuto da Report, aveva risposto alle domande della trasmissione di Rai 3.

La risposta dall’ufficio stampa del ministero sarebbe stata inviata “il martedì 14 maggio alle ore 18,37”. E poi si permetteva pure di fare ironia: “Sorprende che eccellenti giornalisti d’inchiesta della tv pubblica non siano stati in grado né di controllare la casella di posta elettronica né di cliccare” sul link, si leggeva nella nota del ministero.

Report, la verifica dei tecnici Rai

Ranucci aveva replicato puntuto, sostenendo che la risposta non era mai arrivata e annunciava che avrebbe svolto ulteriori ricerche con il centro assistenza Rai.

Secondo quando ci risulta, questa ricerca dei tecnici informatici di Viale Mazzini, fatta a partire dal 13 maggio, ha dato esito negativo, confermando l’arrivo di una sola mail “alla data del 22 maggio alle ore 12,51”, successiva cioè alla puntata in questione.

E comunque zero mail dal Mit a Report il 14 maggio. Ma che avesse ragione Ranucci lo ammette alla fine lo stesso Salvini.

“Per doverosa correttezza – fa sapere l’ufficio stampa del suo ministero – alla luce di un confronto nato con la trasmissione proprio sul funzionamento della posta elettronica, si conferma che martedì 14 maggio erano stati effettuati due invii del materiale all’indirizzo di Report, uno dei quali aveva provocato un errore del sistema a causa di un file troppo pesante”.

“Da ulteriori verifiche stimolate dall’ufficio stampa alla direzione generale per la digitalizzazione del Ministero, è emersa – si legge sempre nella nota del dicastero – la possibilità di un errore tecnico del sistema informatico del Mit, rilevato solo dopo approfonditi controlli continuati nelle ultime ore con l’obiettivo di fare totale chiarezza”.

La replica di Ranucci a Salvini

Pronta la replica (soddisfatta) di Ranucci: “Il Mit conferma che a Report non è arrivata alcuna mail. Ero sicuro del buon operato della redazione di Report. Il fatto che il Mit abbia ammesso l’errore fa onore alla loro onestà intellettuale e correttezza. Più di quella mostrata da chi ha strumentalizzato l’errore del Mit accusando Report di non saper svolgere il proprio lavoro con rigore”.

Fatte queste considerazioni, risultano quanto meno singolari le parole pronunciate dalla presidente della Rai, Marinella Soldi, mercoledì in commissione di Vigilanza. Ai partiti di maggioranza che accusavano (invano) il conduttore di Report “di aver mentito” in merito alle risposte ricevute dal ministero dei Trasporti, Soldi ha replicato sostenendo che sarebbe stata cura dei responsabili editoriali “ricostruire cosa è successo e sicuramente si potrà valutare un internal audit che può essere richiesto sia da me che dall’amministratore delegato”.

Ennesimo audit che avrebbe finito come gli altri per dare ragione a Ranucci. Che poi ha replicato al senatore di FI, Maurizio Gasparri, che lo ha accusato di aver dato fiducia a un personaggio come Marco Di Nunzio, famoso per il testamento colombiano di Berlusconi e finito agli arresti.

“Il primo ad ipotizzare che fosse un testamento farlocco è stato proprio Report, che ha anche evocato un tentativo di estorsione e ha contribuito alle indagini dei magistrati. Report non ha mai dato fiducia a Di Nunzio. Semmai la fiducia l’aveva posta proprio il centrodestra per il quale Di Nunzio si è candidato sindaco, poi creando le liste civetta”, ha detto Ranucci.