Malgrado gli appelli della comunità internazionale e delle ONG, nella Striscia di Gaza continua la strage di civili in coda davanti ai centri di distribuzione degli aiuti umanitari. Anche ieri un raid dell’IDF, secondo quanto riporta il quotidiano israeliano Haaretz che cita numerosi testimoni, avrebbe causato 17 vittime e almeno 124 feriti, colpiti mentre si stavano recando presso un punto di distribuzione di aiuti nei pressi del Corridoio di Netzarim, a sud di Gaza City.
Una mattanza contro cui si è scagliata la presidente della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, Navi Pillay, secondo cui “segnali sempre più numerosi indicano che Israele sta conducendo una campagna concertata per annientare la vita palestinese a Gaza”, con raid che costituiscono “chiari crimini di guerra e contro l’umanità” in quanto prendono di mira soprattutto strutture “educative, culturali e religiose del popolo palestinese”. Accuse a cui l’amministrazione israeliana di Benjamin Netanyahu non ha nemmeno replicato.
Nella Striscia di Gaza ennesima strage di civili in coda per ricevere gli aiuti umanitari: almeno 17 le vittime e 124 i feriti nei pressi del Corridoio di Netzarim
A rendere ancor più tesa l’atmosfera in tutto il Medio Oriente è, però, l’indiscrezione di Haaretz secondo cui il primo ministro di Israele avrebbe sentito al telefono il presidente americano, Donald Trump, per chiedergli di interrompere le trattative sul nucleare con l’Iran così da permettere un attacco alle strutture del programma nucleare di Teheran. Una richiesta a cui il tycoon avrebbe risposto con un secco “no”, intimando a Netanyahu di fermare ogni preparativo di attacco contro l’Iran così da non compromettere i negoziati.
Indiscrezioni di stampa che hanno surriscaldato il clima mediorientale con il Consiglio supremo di sicurezza nazionale della Repubblica islamica che ha fatto sapere all’agenzia di stampa Tasnim che il regime di Teheran “risponderà immediatamente a eventuali attacchi di Israele alle sue strutture nucleari colpendo i suoi impianti nucleari nascosti e qualsiasi infrastruttura economica e militare, in modo esattamente proporzionale al tipo di attacco.