A Milano partita l’inquisizione sui liceali del Severi-Correnti

A Milano al via agli interrogatori per i danni al liceo Correnti-Severi. Il capoluogo lombardo fa da apripista al metodo Valditara.

A Milano partita l’inquisizione sui liceali del Severi-Correnti

“A che ora sei entrato a scuola?”. “Con chi eri?”. “Quanto sei rimasto nell’istituto? Verificheremo…”. Sono brandelli di alcuni “interrogatori” ai quali è stato sottoposto ieri un gruppo di studenti del liceo Correnti-Severi di Milano. A riferirli a La Notizia alcuni genitori che hanno chiesto di rimanere anonimi (“sa qui ne va del futuro scolastico dei nostri ragazzi e l’ambiente nell’istituto è molto pesante”, dice uno). I loro figli sono alcuni dei circa cinquanta studenti destinatari della “Comunicazione di avvio di provvedimento disciplinare” inerente alla “presunta partecipazione all’occupazione dal 30 gennaio all’1 febbraio 2024 e ai danni rilevati ai locali e alle attrezzature scolastiche a seguito dell’occupazione”, inviata dalla presidenza dell’istituto. Un “procedimento istruttorio” diretto non a tutti i frequentanti (che sono circa 1.700), ma solo ad alcuni, scelti in base alle segnalazioni pervenute alla presidenza non si sa da chi, né come.

A Milano al via agli interrogatori per i danni al liceo Correnti-Severi. Il capoluogo lombardo fa da apripista al metodo Valditara

Ieri al Severi-Correnti sembrava di essere al Palazzo di Giustizia nel fior fiore di Tangentopoli: uno a uno i ragazzi e le ragazze sono stati fatti entrare in aula, da una parte del tavolo lo studente e i suoi genitori. Solo loro. Nessun altro infatti è ammesso al colloquio. Dall’altra uno dei professori dell’allievo, il coordinatore di classe, al quale la preside Gabriella Conte ha affidato l’ingrato ruolo di “responsabile dell’istruttoria”. Cioè dell’investigatore. Alla fine di ogni colloquio è stato stilato un verbale che è stato inoltrato alla preside. Intenzione della dirigente è quella di leggere tutti i resoconti, incrociare i dati e poi decidere chi dovrà essere richiamato, sospeso o bocciato. E soprattutto dovrà indicare chi dovrà rifondere i 70 mila euro di danni subiti dalla scuola durante l’occupazione. “Non vogliamo fare caccia alle streghe, né processi, ma vorremmo poter parlare con i ragazzi per aiutarci a capire il perché di quanto accaduto”, aveva dichiarato la dirigente lunedì scorso.

In realtà le disposizioni impartite al corpo docente ricalcano fedelmente la linea dura tracciata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che lunedì, visitando l’istituto, aveva proposto di far pagare i danni delle occupazioni nelle scuole a chiunque non fosse in grado di dimostrare di non aver partecipato ai danneggiamenti… Un’interpretazione opposta al principio di presunzione d’innocenza, tanto caro al governo Meloni. E che forse l’avesse sparata un po’ grossa, il ministro deve essersene reso conto da solo, tanto che ieri mattina ha tentato di mettere una pezza alle sue dichiarazioni: “Mi dispiace che qualcuno abbia fatto finta di non capire perché ho sottolineato chi occupa e devasta”, ha detto, “vorrei sottolineare che la ‘e’ ha un valore di congiunzione, unisce. Chi occupa e devasta, chi occupando devasta. Allora tutti dovrebbero essere più corretti nell’interpretare bene le parole che ho pronunciato. Chi occupando devasta deve essere sanzionato e deve risarcire i danni”.

Invertito l’onere della prova. Circa 50 studenti dovranno dimostrare di essere estranei ai fatti contestati

Ma il suo pensiero era stato chiarissimo: “Stiamo studiando una norma per far sì che chi occupa nelle scuole, se non dimostra di non essere coinvolto nei fatti, risponda civilmente dei danni che sono stati cagionati. È una presunzione che solo dimostrando di essere del tutto estraneo uno può vincere. Credo che studenti di questo tipo non possano essere promossi all’anno successivo”, aveva detto. Di vera e propria “intimidazione da bullismo istituzionale”da parte del Ministro, ha parlato ieri la Flc-Cgil, “che si iscrive nella idea autoritaria del Ministro per cui ‘l’umiliazione è educativa’ e l’obbedienzain sé è un dovere inderogabile, in un modello di scuola dove non è prevista critica o replica, figuriamoci la protesta!”. “Il compito della scuola e il nostro auspicio è che ora tutti si contribuisca a ricomporre la comunità scolastica, profondamente ferita da quanto accaduto”, aggiunge il sindacato, “La giusta risposta sta nella condivisione (l’esatto opposto della competizione e della umiliazione) e nella partecipazione (l’’esatto opposto del comando e del culto dell’obbedienza), in una parola nella democrazia: concetto che pare oscuro al Ministro, che si dichiara ‘del Merito’, ma che si dimostra ‘della Paura’ e dell’Istruzione”.

Intanto si tenta di capire come sia stata composta la lista degli alunni destinati all’interrogatorio: nella scuola si mormora che siano stati alcuni docenti a indicare i nomi. Altri sostengono che i ragazzi siano stati identificati grazie alle telecamere presenti nella scuola. Una tesi che però non regge: un po’ perché le telecamere sono state messe fuori uso quasi subito durante l’occupazione, un po’ perché se avessero inquadrato i vandali, non ci sarebbe stato motivo di scatenare una tale caccia alle streghe. Da palazzo di giustizia infine fanno sapere di aver aperto un’inchiesta (vera) per il reato di invasione di edificio, a carico di ignoti. A breve è attesa un’integrazione della denuncia da parte dell’istituto circa i danneggiamenti e con la quantificazione sommaria dei danni. Il reato di danneggiamento, quindi, sarà iscritto a breve.