A Modena un’altra Bibbiano. Dopo 20 anni riaperto il caso. Madri e padri bollati come pedofili e satanisti. Sedici bambini tolti ai genitori con false accuse

Non solo Bibbiano. Mentre sui social impazzano basse polemiche e l’inchiesta sui bambini che sarebbero stati sottratti con false accuse ai loro genitori in Val d’Enza è diventata anche uno strumento per pessime speculazioni politiche, la magistratura continua a lavorare con scrupolo su vicenda così delicate e ha deciso di accendere un faro su episodi analoghi che si sarebbero verificati venti anni fa tra Mirandola e Massa Finalese. Si tratta dei casi al centro dell’inchiesta che venne denominata “Veleno” e con quella di Bibbiano, denominata “Angeli e Demoni”, un legame c’è. I bimbi della bassa modenese erano stati infatti interrogati da esperti del centro studi Hansel e Gretel di Torino, la stessa onlus al centro delle indagini in corso in provincia di Reggio Emilia.

L’INIZIATIVA. A decidere di rispolverare il vecchio caso è stato il procuratore capo della Repubblica di Modena, Paolo Giovagnoli (nella foto), che sulla vicenda ha ricevuto tre esposti, uno dei quali firmato dall’ex ministro centrista Carlo Giovanardi. Il magistrato ha così aperto un fascicolo contro ignoti, per riesaminare gli atti d’indagine e appurare se anche nel modenese venisse seguito lo stesso schema che sarebbe stato utilizzato in Val d’Enza al fine di togliere i bambini alle loro famiglie e darli in affidamento. Partendo appunto dal ruolo svolto dal centro Hansel e Gretel e dagli interrogatori dei piccoli davanti a psicologi e personale dei servizi sociali. Un’altra brutta storia che, tra accuse di pedofilia e satanismo, che sarebbero poi risultate infondate, tra il 1997 e il 1998 vide 16 bambini strappati dalle braccia dei loro genitori.

IL RISCHIO. Non sarà semplice però, a distanza di venti anni, ottenere qualche risultato sul fronte giudiziario. Lo stesso procuratore Giovagnoli, che ha affidato il fascicolo al sostituto Giuseppe Amara, ha infatti già specificato che al momento verrà compiuta soltanto una rilettura degli atti e potrebbe anche emergere che alcuni eventuali reati risultino ormai prescritti e dunque non siano più perseguibili.

SVILUPPI A REGGIO EMILIA. Va avanti intanto l’inchiesta “Angeli e Demoni”. Un’assistente sociale avrebbe infatti confessato ai magistrati di aver falsificato dei rapporti su alcune famiglie con l’obiettivo di spingere il Tribunale per i minori a dare in affido bambini dipinti come vittime di abusi. L’assistente sociale avrebbe inoltre specificato di aver agito in quel modo perché pressata dai superiori fino ad arrivare a non sostenere più quella situazione e ad ottenere il trasferimento. Lo stesso Tribunale per i minori, nonostante avesse ricevuto una specifica segnalazione dalla Procura, non sarebbe però intervenuto subito per bloccare il meccanismo ora oggetto dell’inchiesta. Una vicenda su cui la stessa Regione Emilia Romagna ha deciso di contribuire affinché sia fatta reale chiarezza, istituendo una commissione di inchiesta sul sistema di tutela dei minori e criticando con forza le troppe speculazioni sul caso.