A scuola senza restrizioni, la folle ricetta sul Covid

Nella scuola soltanto in caso di peggioramento del quadro sanitario è previsto il ripristino delle vecchie regole anti Covid.

A scuola senza restrizioni, la folle ricetta sul Covid

Giù le mascherine, stop didattica a distanza (Dad), niente ingressi scaglionati, zero distanziamento con il ritorno del compagno di banco. Dopo quasi tre anni di pandemia la scuola riparte da qui. E se poi la situazione sanitaria dovesse peggiorare? Al limite si tornerà indietro.

Niente mascherine, stop alla Dad, niente ingressi scaglionati e zero distanziamento. La scuola riparte da qui

La raccomandazione del ministero dell’Istruzione alle scuole, in caso di scenario avverso, nella circolare inviata il 19 agosto, è di farsi trovare preparate e pronte a rimettere in atto le misure dello scorso anno, dal distanziamento al ritorno delle mascherine. Ma per adesso liberi tutti.

Le uniche precauzioni che rimangono, nel passaggio dal contrasto alla diffusione del coronavirus alla sua “mitigazione”, sono per le persone fragili o che possono sviluppare la malattia in modo grave. Queste dovranno tenere la mascherina ma non potranno restare a casa o richiedere, appunto, la Dad che non scatterà neanche per gli studenti positivi che rimarranno fuori dalle aule fino a che non si saranno negativizzati.

I presidi non potranno concedere deroghe. Il ministero, nel vademecum di fine agosto, ricorda che non basta un raffreddore per far scattare l’isolamento. Per sintomi compatibili con il Covid si considereranno la febbre sopra i 37,5, raffreddore o tosse con difficoltà respiratoria.

Dell’era della pandemia rimangono l’aula Covid, per isolare gli studenti con sintomi in attesa che tornino a casa, e il referente Covid, chiamato a vigilare e gestire le situazioni critiche. L’unica vera misura di prevenzione rimane invece quella di tenere aperte le finestre quanto più possibile per favorire il ricambio di aria. Accanto alla sanificazione ordinaria periodica e a quella straordinaria in caso di contagi. Resteranno anche i monitoraggi.

Con un Dpcm di un mese fa è stato chiesto agli istituti di rivolgersi ad Asl ed Arpa per il monitoraggio della qualità dell’aria nelle aule, per poi individuare le eventuali misure da sottoporre agli enti proprietari (Comuni e Province). Ma su questo si è aperto un fronte con l’associazione nazionale dei presidi (Anp). A quanto pare non sempre Arpa ha le competenze per eseguire i monitoraggi all’interno delle scuole e, anche se le avesse, una volta individuate le soluzioni si porrebbe il problema di reperire fondi che al momento non ci sono.

L’impressione è che il Governo anche sulla scuola navighi a vista. Tutto da verificare è come l’allentamento delle norme di sicurezza previste fino allo scorso anno si rifletterà sull’andamento dei contagi, considerando che anche le regole sulla quarantena sono state di molto ammorbidite. Il rischio è che di fronte a una nuova impennata dei casi si dovrà attivare frettolosamente la retromarcia.

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