A sinistra l’hanno riabilitato. Ma Berlusconi non cambia mai

Brignone (Possibile): Questa destra è inquietante. "Si può batterla solo parlando dei bisogni delle persone".

Beatrice Brignone è segretaria di Possibile, il partito fondato da Pippo Civati che partecipa a questa tornata elettorale nella lista di Sinistra italiana/Verdi, per il “campo largo” del Partito democratico di Enrico Letta.

Brignone, oggi si fa un gran parlare dell’uscita di Silvio Berlusconi che freme per il presidenzialismo e si augura le prossime dimissioni di Sergio Mattarella. Che ne pensa?
“È l’ennesima dimostrazione del perché bisogna fare di tutto per non far vincere questa destra. Ancora una volta sono usciti dal contesto delle cose che servono davvero alle persone pur di rilanciare il loro vecchio pallino del presidenzialismo che non ha nessun impatto sulla vita reale dei cittadini. Per questo noi dobbiamo invece rimanere sui bisogni reali. Tra l’altro per noi di Possibile Mattarella è stato un pilastro in questi anni e meriterebbe almeno di essere tenuto fuori da queste becere dichiarazioni propagandistiche”.

Ma c’è un reale rischio che la destra metta le mani sulla Costituzione?
“Secondo me sì. I numeri ci dicono così. Con gli uninominali arrivano al 60% dei seggi. Con il 40% che i sondaggi gli assegnano e in più il bonus di questa pessima legge elettorale possono avere una maggioranza molto larga. E sinceramente non vedo personalità nel centrodestra attente al confronto e al dialogo parlamentare. Se possono lo fanno”.

Ma ha senso una campagna elettorale costruita intorno a questo pericolo?
“No, è infatti pessima e completamente sbagliata. È identica dai tempi in cui Berlusconi si affacciava sulla scena politica., Io da quando ho iniziato a votare sento sempre le solite cose. Serve una campagna elettorale con un progetto di Paese. Personalmente lo spettro delle destre non lo userei più altrimenti si rischia di sembrare senza idee. Fuori la gente parla d’altro: è preoccupata per i costi del riscaldamento nel prossimo inverno, è preoccupata dei costi per spostarsi e andare al lavoro. Per questo noi dobbiamo concentrarci sulle soluzioni. E magari anche usare un linguaggio diverso da quello dei nostri avversari”.

Eppure ai tempi dell’elezione del Presidente della Repubblica Berlusconi era stato riabilitato anche dal centrosinistra, oltre che da Matteo Renzi e Carlo Calenda… E il Pd con Berlusconi ci ha governato…
“Noi ci siamo sempre opposti alle larghe intese. La valanga è venuta giù proprio quando il centrosinistra ha aperto alle larghe intese. Io sono marchigiana e proprio nelle Marche c’è stata la prima apertura del Pd all’Udc. Conosco bene i danni delle larghe intese. Credo che il centrosinistra debba riconquistare molta credibilità e per farlo deve avere il coraggio di non stare al governo a ogni costo. Bisogna avere il coraggio di essere coerenti anche a costo di stare all’opposizione, senza cadere nella tentazione di governi larghi in nome di una presunta ‘responsabilità’”.

Immaginiamo: il governo Meloni si farà, dura poco e poi cade e alla fine si ritorna a un bel governo tecnico con quasi tutti dentro. Finisce che chi vi sceglie regala voti al prossimo governo di unità nazionale?
“Dobbiamo essere onesti: questa legge elettorale consente di farlo. Per questo se io fossi in Letta sarei molto chiara su questo argomento, direi subito che non ci saranno nuove alleanze con il centrodestra, anche in un momento difficile. è sempre il discorso di prima, questo attaccamento e questa voglia di rimanere sempre al potere. Io posso assicurare che Possibile non lo farà. Noi siamo qui per fare il centrosinistra. È un messaggio semplice che andrebbe dato da tutti per riacquistare credibilità”.

Come ci si sente da alleati di Luigi Di Maio?
“Beh, vale anche per il periodo in cui c’era Calenda. Io non temo che noi come Possibile ne saremo toccati, non temo di esserne contaminata. Questa oscena legge elettorale almeno consente di avere un proprio programma elettorale. Noi abbiamo il nostro programma, ci candidiamo per quello. Spero che varremo più di Di Maio. Sono molto determinata e convinta che stiamo portando avanti le battaglie giuste”.

Eppure da fuori il centrodestra presenta un suo programma unitario, si mostra compatto mentre da voi fioccano i distinguo…
“Il centrodestra è sempre bravissimo a sfumare le proprie differenze in campagna elettorale e apparire compatto. Il centrosinistra da sempre ha mille anime e rischiamo ovviamente di pagare questa nostra caratteristica. Dipende però da come sfruttiamo il tempo che abbiamo. Potremmo imparare la lezione e trovare temi che ci uniscono. Faccio un esempio: siamo d’accordo sul salario minimo? Bene, diciamolo chiaramente, “questo si può fare”. Abbiamo perso i primi giorni di campagna elettorale a parlare di persone ma sarebbe opportuno ora dire perché ci candidiamo, questo interessa alla gente. Se fossi in Letta riunirei tutta la collezione e troverei 5 temi scelti tutti insieme e batterei su quelli”.

Secondo lei il centro di Renzi e Calenda sarebbe pronto a fare da stampella a Giorgia Meloni?
“Non mi stupirei affatto”.

Come giudica la scelta di lasciare fuori il M5S?
“Li avrei tenuti dentro. Avrei allargato veramente il più possibile, superando tutte le questioni per tornare al punto principale: questa legge elettorale non consente altro. Le regole del gioco sono queste. Io avrei provato a tenere dentro anche Luigi De Magistris. Esiste un minimo comune denominatore. La base di ragionamento comune c’era”.

Però De Magistris è tra quelli che vi criticano per esservi “venduti al Pd”…
“Ieri sui social siamo diventati trend topic più per le persone che appoggiano la nostra scelta, che tra l’altro è frutto di una votazione dell’assemblea. Chiaro che chi è schierato con de Magistris può non coglierla e non condividerla. Noi non siamo mai stati teneri con il Pd ma il Pd non è il nostro nemico. Io in politica cerco sempre di capire cosa ci accomuna, non mi interessano i toni testosteronici. Qui tra l’altro non si è venduto nessuno: ci siamo rimboccati le maniche da anni. Se avessimo voluto venderci avremmo trovato strade più semplici”.

È contenta che Calenda se ne sia andato?
“Sì, perché ci avrebbe messo in difficoltà con le proposte. Ma, ripeto, non ho problemi, non mi faccio contaminare. È vero che ora il quadro è più chiaro”.

Civati rientra in Parlamento?
“Civati l’ha scritto chiaramente. Lui è generoso ma deve avere un senso”.

Lei, come segretaria di Possibile, la diamo per scontata…
“Certamente ci metto la faccia”.

 

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