Abusi nell’asilo di Bankitalia. A Roma un insegnante di inglese è stato condannato a 8 anni per aver violentato venticinque bambine tra i 3 e i 5 anni

Condannato un insegnate per gli abusi nell’asilo convenzionato con Bankitalia

Tradiva la fiducia dei piccoli studenti a lui affidati, sottoponendoli ad indicibili abusi. Per questo Jonathan Trupia, il 25enne insegnante di inglese accusato di violenza sessuale nei confronti di venticinque ragazzine della scuola materna “Casa dei bambini” di Largo Bastia, quest’ultima convenzionata con i dipendenti di Bankitalia, dovrà scontare una pesante condanna a otto anni di reclusione. Inoltre, al termine della pena e per la durata di un anno, dovrà restare lontano dai luoghi frequentati dai bambini.

Non solo, l’uomo dovrà anche pagare una penale di 10mila euro in favore di ogni vittima. L’accusa nei confronti del 25enne è di quelle che fanno gelare i polsi: l’aver abusato delle ragazzine, tutte di età compresa tra i 3 e i 5 anni, a cui avrebbe dovuto insegnare l’inglese. Abusi, tutti risalenti al periodo compreso tra ottobre 2017 e marzo 2018, che venivano perpetuati all’interno del laboratorio di lingue dell’istituto scolastico della periferia est della Capitale, senza che se ne sapesse nulla. Questo perché al termine delle violenze, come spiegato dall’avvocato di parte civile Irma Conti, l’insegnante convinceva al silenzio le proprie vittime creando un velo di “Segretezza che si è interponeva tra genitori e bambini”.

Un punto, questo, che permette una riflessione sulla necessità quotidiana di dialogare con i propri figli per avere sempre sotto osservazione eventuali problematiche. Del resto il sospetto da cui ha tratto origine l’inchiesta del procuratore aggiunto Maria Monteleone e dei pubblici ministeri Eleonora Fini e Francesca Passaniti, è arrivato proprio dalle intuizioni di alcuni genitori. Quest’ultimi, infatti, avevano notato evidenti cambiamenti nell’umore e nei comportamenti delle proprie figlie. Non più la gioia all’idea di rivedere i propri compagni di classe, quanto l’ansia se non il vero e proprio terrore alla sola vista dello zainetto che avrebbero dovuto indossare per raggiungere la prestigiosa scuola materna della capitale.

Campanelli d’allarme impossibili da non notare per i genitori delle giovanissime alunne e che li spingevano a credere che qualcosa di terribile, proprio all’interno della Casa dei bambini di Largo Bastia, stesse accadendo. Per questo si improvvisavano in detective e, con tutto il tatto possibile, tentavano di farsi spiegare dalle figlie cosa stesse accadesse nell’istituto. Racconti agghiaccianti che, purtroppo, confermavano tutti i loro timori non lasciando loro altro da fare che sporgere denuncia ai carabinieri.

Proprio i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, coordinati dai magistrati di piazzale Clodio, installavano un gran numero di telecamere di sicurezza dove, purtroppo, venivano immortalati i terribili abusi compiuti dall’uomo perpetuati, tra ottobre 2017 e marzo 2018. Fatti che costavano l’arresto dell’insegnante che, sentito dal gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ammetteva tutte le proprie responsabilità pur professandosi pentito.