Commercio al dettaglio e ristorazione perdono ogni anno 17,2 miliardi di fatturati tra abusivismo e contraffazione.Il dato emerge dall’indagine di Confcommercio su dati Istat, Censis e Format Research, presentata oggi nell’ambito della giornata di mobilitazione nazionale di Confcommercio ‘Legalità, mi piace’.
L’abusivismo commerciale causa perdite per 8,8 miliardi, pari al 4,9% del fatturato regolare. Quello nel turismo costa invece 5,2 miliardi nel 2013, poco più del 10% del volume d’affari del settore. Sono 3,3 miliardi i costi della contraffazione. Gli esercizi commerciali abusivi-irregolari con sede fissa arrivano al 4,2%, quelli in aree pubbliche o mercati arrivano al 19,4% da cui deriva una media ponderata del 7,1%. E a causa dell’illegalità che domina nel settore, secondo lo studio di Confcommercio, sono 43 mila i negozi che rischiano di sparire ogni anno e con loro quasi 80 mila lavoratori. Nel Mezzogiorno si registrano la maggior parte delle irregolarità.
“Siamo in una situazione di allarme rosso e chiediamo, dunque, tolleranza zero contro ogni forma di illegalità”, avverte il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, intervenendo alla Giornata di mobilitazione nazionale della confederazione “Illegalità che si annida nelle professioni, nei servizi e nei trasporti per non parlare del contrabbando” a fronte della quale le imprese del commercio reclamano “tolleranza zero e una maggiore attenzione anche nelle scelte del legislatore”, evidenziando come esistano “accanto a forme di illegalità più note alcune specie di concorrenze sleali più subdole ma non meno gravi che vanno contrastate con il massimo rigore”.