La ricostruzione del complesso scolastico via Scialoia/via Trevi nel quartiere Affori doveva essere “il progetto pilota di tutte le future scuole dell’era moderna” di Milano. Un’opera che segna la via. Per questo i 49 milioni di euro preventivati, 19 dei quali provenienti da risorse del Comune di Milano, il resto dal Pnrr, sembravano tanti sulla carta, ma soldi ben spesi.
Il progetto prevedeva infatti di abbattere tutti gli edifici esistenti e ricostruirli, per far spazio a un asilo nido per 70 bimbi, una scuola dell’infanzia per 270 bambini e una primaria e una media. Erano previsti anche un Civic Center con palestra, biblioteca e auditorium aperti alla comunità.
Nel lotto da oltre 31mila mq oltre al parco, erano previsti edifici dotati di tetti-giardino da usare come spazi per l’apprendimento e il gioco, collegati tra loro da percorsi coperti con pensiline e da una pista ciclopedonale. A firmare il progetto, dopo una gara internazionale, lo studio MoDus dell’archistar Matteo Scagnol. Un bellissimo sogno, insomma, che però si è infranto.
Il progetto primario del Pnrr del Comune naufraga nel silenzio dell’assessora Scavuzzo
Sì, perché il principale intervento del Comune di Milano in tema di edilizia scolastica finanziata dai fondi Pnrr è miseramente naufragato. Nel silenzio generale. Tanto che nemmeno i genitori dell’istituto di Affori ne sono al corrente… Nessun annuncio ufficiale. Solo voci e conferme informali giunte al parlamentino del Municipio 9 dagli uffici della vice-sindaca e assessora all’Edilizia scolastica, Anna Scavuzzo.
La spiegazione all’addio al maxi-progetto risiederebbe nella rinuncia dell’impresa incaricata, che dopo aver avviato una parte (minima) delle bonifiche necessarie sull’area, ha salutato a causa degli extra-costi. Un forfait che però non è stato mai ufficializzato dalla vicesindaca, probabilmente assorbita completamente nel dossier Stadio di San Siro, concomitante con l’avvio del nuovo anno scolastico. Che alla Scialoia è iniziato normalmente. Evento curioso per un plesso destinato ad essere raso al suolo e ricostruito…
Interrogato da La Notizia, palazzo Marino fa sapere: “che il finanziamento Pnrr del valore di 30 milioni di euro non è stato revocato. Oltre al finanziamento Pnrr è previsto un finanziamento di circa 19 milioni di euro di risorse comunali. L’Amministrazione sta lavorando sull’area dell’ex nido di via Scialoja: per quanto riguarda i lavori, il cronoprogramma ha subito alcuni ritardi a causa della attivazione di una attività non prevedibile di bonifica dell’area, di cui il ministero è già stato informato”.
Impossibile iniziare e finire i lavori entro il 31 agosto 2026
Tuttavia a dimostrare quanto il progetto sia oggi infattibile, basta una data: 31 agosto 2026. Il giorno cioè nel quale tutti i cantieri Pnrr di edilizia scolastica dovranno essere tassativamente chiusi. Oggi, invece, non solo gli edifici della Scialoia sono tutti in piedi, ma bambini e i ragazzi continuano a utilizzarli per le lezioni. Difficilissimo, quindi, pensare che da qui ad agosto 2026 i ragazzi possano essere spostati altrove, gli edifici abbattuti, ricostruiti e collaudati…
All’oscuro i genitori degli allievi
Totalmente all’oscuro della situazione sono anche i genitori degli allievi: “Nonostante le nostre domande, non ci hanno detto nulla”, spiega Eleonora Tommasi, presidente dell’associazione genitori, “avevamo scritto una Pec alla Scavuzzo che ci ha dato risposte molto generiche. Al Municipio 9 ci hanno detto di rivolgerci alla preside. La preside non ci dice nulla… Mi sembra fantascienza!”.
Quando la Scavuzzo fissava la fine lavori a metà 2025
E sì che a dicembre 2023 la stessa Scavuzzo, consegnando il cantiere all’impresa, commentava: “Un altro passo fondamentale, frutto di un lavoro coordinato fra le diverse direzioni dell’amministrazione che voglio ringraziare: la professionalità e la collaborazione da parte di ciascuno ci hanno permesso di fare bene e nei tempi previsti. Ora le imprese possono procedere con i lavori. Ringrazio anche le comunità scolastiche che hanno accolto le proposte di riorganizzazione delle attività per gli spazi interessati dai lavori. Aspettiamo tutti con grande entusiasmo di poter inaugurare questi luoghi dell’educazione e dell’istruzione che integrano, con fondi europei, l’impegno del Comune per l’edilizia scolastica”. E fissava la fine lavori per l’estate 2025…
L’archistar Scagnol: “Lo dissi nel 2021 che con quelle modalità non avrebbero mai fatto in tempo”
“Non sono assolutamente sorpreso che il progetto sia fallito, lo dissi al Comune nel 2021: ‘Se fate così qui salta tutto?”, commenta l’archistar Scagnol. Lui, dopo aver vinto il concorso internazionale e ricevuto il premio da 70mila euro per il progetto, fu tagliato fuori dalle successive fasi di realizzazione della scuola. “Il Comune pretendeva uno sconto del 42% sulla parcella, ma, soprattutto, pretendeva che in ogni edificio si costruisse un piano interrato in più, a parità di costo, una follia”, racconta, “tanto che capì come stavano le cose e preferì andarmene…”.
Nel 2020 Palazzo Marino taglia fuori l’architetto
A fine 2020 – in piena pandemia – infatti Palazzo Marino decide “di non affidare al vincitore del Concorso i successivi livelli di progettazione”, come si legge in una lettera inviata a Scagnol il 05/11/2020 e firmata dall’allora Direttore della Direzione Quartieri e Municipi, Franco Zinna, nome divenuto noto, dopo l’esplosione delle inchieste sull’urbanistica, attualmente imputato nel processo per lottizzazione abusiva e falso sulla Torre Milano di via Stresa.
Nella missiva, Zinna, informava Scagnol che palazzo Marino si sarebbe tenuto il suo progetto, avrebbe indetto una seconda gara per l’affidamento dei lavori e avrebbe fatto ricorso ai poteri commissariali riconosciuti ai sindaci dai decreti Covid “al fine di tutelare il preminente interesse pubblico a conseguire la realizzazione della scuola nel più breve tempo possibile…”. Qualcosa non ha funzionato, evidentemente.