Adesso alla spending review ci pensa l’Aspen

di Stefano Sansonetti

Ci mancava soltanto questa. Mentre il commissario governativo alla spending review, Carlo Cottarelli, è alla disperata ricerca di risparmi per 32 miliardi di euro in tre anni, sul delicatissimo tema della revisione della spesa pubblica piomba nientemeno che l’Aspen Italia, il pensatoio filoamericano (sponda liberal) in cui sono riuniti tutti i poteri più o meno forti d’Italia. L’associazione, presieduta dall’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti, ha organizzato per il prossimo 22 gennaio una tavola rotonda dal titolo “spending review: proposta operative”. Nell’agenda dell’incontro, fatta circolare tra i soci, si spiega con piglio scientifico che, nonostante l’urgenza di una vasta operazione di contenimento dei costi, “l’improcrastinabilità delle misure non deve far perdere di vista l’obiettivo di una corretta spending review: non soltanto operazione di riduzione della spesa attraverso tagli, ma anche creazione di meccanismi necessari a correlare interventi di spesa e valore prodotto per la collettività”. I toni accademici della spiegazione, però, non hanno potuto fare a meno di suscitare ilarità tra gli stessi soci Aspen. Alcuni di essi hanno fatto notare proprio il passaggio dell’agenda in cui si stigmatizza “la riduzione della spesa attraverso tagli”. Troppo facile, sul punto, farsi venire in mente la politica dei tagli lineari che lo stesso Tremonti, oggi nella veste di presidente Aspen, ha condotto negli anni in cui era sistemato sulla tolda di comando di via XX Settembre. Senza contare che fino a poco tempo fa vicepresidente di Aspen era proprio quell’Enrico Letta, oggi presidente del consiglio, che adesso dovrebbe realizzare in tempi rapidi proprio il piano di spending review da cui ottenere 32 miliardi di risparmi, magari da mettere a disposizione della collettività sotto forma di sgravi fiscali. Tra l’altro, da un elenco aggiornato all’aprile del 2013, Letta risulta essere proprio socio dell’Aspen. Insomma, la trasversale associazione in cui si riuniscono lobby e poteri vari finisce con il parlare di un tema che i suoi stessi vertici e soci avrebbero dovuto o dovrebbero concretizzare nelle loro funzioni istituzionali. In realtà si sa come vanno certi incontri. Si comincia con le migliori intenzioni scientifiche e si finisce col tessere la solita rete di rapporti all’italiana.