Adesso che ci sono i soldi corriamo un nuovo pericolo: rilassarci sulle riforme

Possiamo davvero aspettarci che l’ultima mossa della Bce salverà dalla crisi l’Europa? Preso da solo questo passo non basta, ma per la prima volta si inizia a camminare nella direzione giusta: basta con il sentiero stretto dell’austerità e via sulla strada di un’espansione obbligata se si vogliono far ripartire le imprese, l’occupazione e i consumi. In una parola, la crescita. Per i sacerdoti del vecchio schema (quello che ha fatto ricca la Germania e messo in ginocchio buona parte dell’Unione) si tratta di un errore. Alla fine però anche questi signori si sono dovuti arrendere, se non altro per il fatto che Berlino ha ottenuto tutti i vantaggi che poteva e ora che la crescita è bassa pure per i tedeschi conviene anche a loro non far morire quel mercato europeo a cui vendere i propri prodotti. L’allentamento monetario – operazione che lentamente, troppo lentamente, va avanti da tempo – può innescare dunque la giusta carica. Se i tassi bassi (confermati ieri al minimo storico) sono serviti a niente, e le aste di liquidità hanno permesso alle banche di fare provvista di denaro senza però trasformarlo automaticamente in credito all’economia reale, ora non ci sono più scuse.

SENZA SCUSE
In Europa può mancare tutto, ma non il denaro. La massa di sessanta miliardi al mese, seppure un po’ più piccola rispetto a quella immessa per anni nel sistema Usa dalla Fed, costituisce una cura robusta. Tanto buona da poter generare un pericoloso effetto collaterale. I governi nazionali dell’Unione potrebbero infatti approfittare di tutta questa manna per ripartire con la spesa pubblica e gonfiare il debito. Un rischio concreto, sul quale ieri lo stesso Draghi è tornato a raccomandarsi. Troppo facile la tentazione, così come può diventare più facile rilassarsi sul cammino delle riforme. “Per un cittadino italiano ora c’è più potere d’acquisto e certezza per il futuro”, ha detto il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan. “Si può iniziare a spendere di più – ha aggiunto – e le imprese sicuramente potranno investire, tenendo anche conto dell’importante contributo del taglio delle tasse e degli incentivi all’occupazione”. Tutto giusto. Senza proseguire sulle riforme, però, sarà tutto vano.