Adesso vediamo se l’Europa ha cambiato davvero verso. Il Governo raddoppia la posta. Stanziati 7,5 miliardi per frenare la recessione. Ma serve l’ok di Bruxelles

Un doppio binario è quello su cui sta correndo il governo per ridare fiato all’economia del Paese oltraggiata dall’emergenza del Coronavirus. Un decreto già la prossima settimana, con un’iniezione di risorse pari a 7,5 miliardi di euro, per dare tempestivamente le prime risposte al sistema produttivo e sanitario dell’Italia, entrambi fortemente stressati. E, in un secondo momento, un intervento più organico per il sistema Paese che preveda lo sblocco dei cantieri, una spinta massiccia agli investimenti, semplificazioni. Su questo secondo fronte l’esecutivo avrà bisogno di risorse ingenti che non sarà facile scovare solo nelle pieghe del bilancio italiano, data anche l’attuale fase di stallo.

Lo sguardo si rivolge, allora, all’Europa e, non solo, per quello che riguarda la possibilità di sfruttare tutti gli spazi di flessibilità concessi da Bruxelles ma anche per “una più generale iniziativa europea di politica economica, per una risposta concertata e coordinata, che utilizzi anche la leva fiscale dello stimolo di bilancio”. Dai prossimi Ecofin ed Eurogruppo, in questo senso, si attendono segnali importanti. Di tutto questo hanno ragionato il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in conferenza stampa, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato la relazione al Parlamento che aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica per consentire la manovrina che stanzia più del doppio di quanto previsto nei giorni scorsi (3,6 miliardi).

“Ringrazio Gualtieri – dice Conte – avevamo lavorato su uno scenario molto più contenuto nei giorni scorsi, ma anche lui ha mostrato piena sensibilità e in pieno accordo si è deciso per misure a più alto impatto”. Lo scostamento è di 7,5 miliardi in termini di saldo netto, 6,35 miliardi in termini di indebitamento netto, lo 0,3% del Pil, spiega il numero uno di via XX Settembre. Il voto sullo scostamento, necessario al Governo per rendere operativo il decreto, è previsto a Montecitorio e a Palazzo Madama l’11 marzo. Le Camere devono approvarlo con la maggioranza assoluta dei propri membri. In questi giorni si lavorerà per definire le misure. Le risorse, spiega Gualtieri, andranno al sistema sanitario pubblico, alla protezione civile, alle forze dell’ordine, in primo luogo.

Secondo, al sostegno dei redditi e dell’occupazione, col potenziamento degli ammortizzatori sociali. Terzo, al supporto alle aziende anche al di fuori dei territori e dei settori più colpiti. Quarto, è prevista una moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario. “Siamo consapevoli che la prima misura di sostegno all’economia è l’efficacia del contenimento del virus, questo richiede un grande clima di unità, di cooperazione, di collaborazione del Paese. Noi ascolteremo tutti” anche le opposizioni per la “preparazione del decreto e ci aspettiamo un sostegno molto largo in Parlamento per questa richiesta di scostamento”, dice Gualtieri. Conte fa sapere di aver distribuito a tutti i ministri una cartellina con le proposte di Lega, FdI e FI. Che ieri si sono riuniti per mettere a punto un progetto comune che presenteranno oggi nell’ennesima conferenza stampa.

I partiti d’opposizione minacciano di non votare il decreto con le “misure straordinarie e ingenti”, come le ha definite il premier, per fronteggiare l’emergenza. “Responsabili sì ma spettatori no. Non possono pretendere di portare in Parlamento scelte altrui da accettare a pacchetto chiuso”, dice Matteo Salvini. Gualtieri chiude la conferenza sottolineando, ancora una volta, l’interlocuzione positiva con l’Europa. Annuncia che è già partita la lettera che informa l’Ue di questo scostamento, “siamo in costante contatto e da questo punto di vista non esiste alcun problema, nemmeno sulla piena sostenibilità per la finanza pubblica di queste misure”. Poco prima il premier ha specificato: “Nessun salto nel buio, possiamo già dichiarare che c’è la piena sensibilità della Commissione Ue a comprendere l’emergenza che stiamo attraversando”.