Afghanistan, Guerini: “Continua la complessa operazione per portare in Italia gli ex collaboratori”. Sono 228 quelli già inseriti nel programma di accoglienza

L'Italia prenderà in carico gli ex collaboratori in arrivo dall'Afghanistan. Saranno inseriti "nella rete di accoglienza ed integrazione".

Afghanistan, Guerini: “Continua la complessa operazione per portare in Italia gli ex collaboratori”. Sono 228 quelli già inseriti nel programma di accoglienza

“Nonostante il rapido deterioramento delle condizioni di sicurezza, sono pienamente in corso le attività per il trasporto umanitario del personale afghano che ha collaborato con l’Italia. Stiamo seguendo con grande attenzione e apprensione la situazione in Afghanistan. La Difesa italiana, come sempre, è operativa h24”. È quanto ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, in queste ore in costante contatto con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e con il premier Mario Draghi sull’evolversi della situazione in Afghanistan (leggi l’articolo).

Intanto questa mattina, a causa della rapida evoluzione delle condizioni nel Paese, è stata convocata una nuova riunione tra gli staff del ministero della Difesa, ministero degli Esteri e ministero degli Interni, in coordinamento strettissimo su tutte le attività. “Per gli interpreti afghani che saranno trasferiti in Italia, insieme al governo afghano, si stanno svolgendo nella massima celerità tutte le necessarie operazioni di verifica ai fini della sicurezza nazionale”.

L’operazione è gestita in stretta sinergia tra il Ministero degli Esteri, che ha predisposto presso l’Ambasciata di Kabul un team dedicato (leggi l’articolo), il Ministero della Difesa, responsabile della pianificazione e della direzione dell’operazione e il Ministero degli Interni, che dopo il periodo di quarantena, svolto presso strutture della Difesa, “prenderà in carico gli afghani in arrivo per il successivo inserimento nella rete di accoglienza ed integrazione”.

“Le operazioni – fanno sapere dalla Difesa – vengono seguite con la massima attenzione, nonostante il rapido deterioramento delle condizioni di sicurezza del paese e l’attuale indisponibilità dell’aeroporto di Herat rendano ancora più complesse le operazioni, che però procedono con il massimo impegno e con l’obiettivo di procedere al più presto col trasferimento in Italia dei collaboratori afghani e delle loro famiglie. Con l’operazione Aquila 1 dello scorso giugno 228 interpreti afghani sono stati già inseriti nel programma di accoglienza”.

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