La Sveglia

Aggressioni fasciste in mezza Italia. Ma la Meloni non ha nulla da dire

Il pestaggio di Firenze è solo l’ultimo di una lunga serie di aggressioni fasciste. Dietro ci sono spesso associazioni come CasaPound.

Aggressioni fasciste in mezza Italia. Ma la Meloni non ha nulla da dire

No, non è un caso isolato. L’aggressione contro alcuni studenti del liceo Michelangiolo non è un caos isolato e non è nemmeno una questione “tra ragazzi”. La preside dell’istituto superiore Pascoli, sempre a Firenze, ha raccontato di non aver potuto “fare a meno di notare la somiglianza con quanto successo” nella sua scuola.

Il pestaggio di Firenze è solo l’ultimo di una lunga serie di aggressioni fasciste. Dietro ci sono spesso associazioni come CasaPound

In quel caso erano ragazzi coperti dal cappuccio della felpa e dalle cinghie. Ma c’è un’emergenza di aggressioni fasciste in Italia? Basta far parlare i numeri. Il sito ecn.org ha provato a mappare le aggressioni avvenute dal 2014 a oggi. “L’obiettivo dichiarato di questo progetto – si legge nel sito – è quello di costituire un osservatorio attendibile ed aggiornato sui rigurgiti neofascisti e sulle attività antifasciste nella nostra penisola. Ciò fatte salve ovviamente le varie e diverse valutazioni sull’antifascismo e sui metodi che ogni singolo e/o formazione antifascista abbia intenzione di porre in essere per contrastare il neofascismo organizzato, e le diverse sensibilità circa la gravità della situazione odierna”.

Sono 225 le aggressioni di matrice fascista avvenute in Italia fino a oggi

I numeri, appunto: sono 225 le aggressioni di matrice fascista avvenute in Italia fino a oggi. Di queste 80 sono riconducibili a CasaPound e 25 a Forza Nuova. Sono 12 gli episodi di chiara matrice nazista. Negli ultimi anni abbiamo avuto almeno 28 attentati (visto che stanno tornando così di moda), per la maggior parte di natura incendiaria con l’utilizzo di bombe carta e molotov. L’anno scorso il 25 marzo a Bergamo due militanti di CasaPound hanno picchiato un uomo senegalese.

Sempre l’anno scorso un liceale, a Roma, è stato pestato per un volantinaggio non gradito. “Erano dieci o dodici, più grandi di noi”, disse lo studente del Mamiani. Gl aggressori facevano riferimento a Generazione popolare, vicina a Forza Nuova. Poi ci sono gli omicidi: il 4 marzo 2018 a Firenze Idy Diene è stato ucciso a colpi di pistola in strada da un fiorentino di 66 anni, Roberto Pirrone. “Ucciso perché nero”. Due anni prima a Fermo un nigeriano è morto per le botte di alcuni ultras razzisti mentre provava a proteggere la sua compagna.

Nel 2015 Roberto Pantic è stato ucciso nel suo camper: “L’ex parà fu mosso dal suo odio razzista per i nomadi” · Il pm ha contestato l’aggravante dell’odio razziale, insieme con quella dei futili motivi, a Roberto Costelli. Sempre a Firenze rimane tragicamente famosa la vicenda in cui morirono due senegalesi (2 rimasero feriti) un militante di CasaPound, Gianluca Casseri, ucciso in un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine.

Il silenzio imbarazzato della presidente del Consiglio Meloni aggiunge un’evidente imbarazzo

L’onda nera parte da molto lontano. E il silenzio imbarazzato della presidente del Consiglio Giorgia Meloni aggiunge un’evidente imbarazzo. Azione studentesca, l’organizzazione a cui appartengono i 6 ragazzi indagati per il pestaggio dei giorni scorsi, è il movimento di Fratelli d’Italia per gli studenti delle scuole superiore.

Non è una cellula impazzita capitata all’improvviso. Tra i loro slogan risuona quel “difendiamo la patria come fecero gli arditi” dalla chiara matrice che non ha bisogno di troppe interpretazioni. Per questo stupisce assistere alla minimizzazione dei dirigenti regionali di Fratelli d’Italia e al silenzio dei vertici nazionali.

La questione è politica, come fanno notare il segretario del Pd Enrico Letta (“Governo che mantiene il silenzio sull’inaccettabile pestaggio squadrista avvenuto davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze. Silenzio che se continua si fa complice”, ha scritto) e Matteo Renzi (che si domanda “perché la stessa destra che interviene su tutto, da Peppa Pig alla scaletta di Sanremo, non ha sentito il bisogno di condannare senza se e senza ma quello che è avvenuto?”). No, non è un caso isolato.

 

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