Il sindaco leghista che si toglie la fascia e se ne va perché in piazza si canta “Bella Ciao”

Il sindaco di Mirandola Alberto Greco ieri durante le celebrazioni del 25 aprile si è tolto la fascia tricolore e ha abbandonato la piazza perché i presenti hanno cantato "Bella Ciao"

Il sindaco leghista che si toglie la fascia e se ne va perché in piazza si canta “Bella Ciao”

Il sindaco di Mirandola Alberto Greco ieri durante le celebrazioni del 25 aprile si è tolto la fascia tricolore e ha abbandonato la piazza perché i presenti hanno cantato “Bella Ciao”. Greco, che è della Lega, ha lasciato Piazza Costituernte quando i circa 200 presenti, come riporta la stampa locale, hanno cominciato a cantare.

Il sindaco leghista che si toglie la fascia e se ne va perché in piazza si canta “Bella Ciao”

Come riporta la stampa locale, a denunciare l’accaduto sono stati il Pd e l’Anpi. “Ha perso l’ennesima occasione per dimostrare di essere primo cittadino di una comunità democratica e antifascista”, ha detto Francesca Donati, consigliera comunale del Pd di Mirandola. “Una città umiliata, offesa e mutilata”, ha scritto merito l’Associazione nazionale partigiani italiani di Mirandola.

Il primo cittadino leghista però non ci sta e parla di polemica strumentale: “Fa quanto meno effetto vedere chi sempre si è detto contrario a far respirare teatri, bar, ristoranti e palestre, pronto a denunciare il proprio vicino per mancato rispetto delle norme anti Covid, ignorare completamente una disposizione arrivata direttamente dalla Prefettura e creare assembramento per cantare ‘bella ciao’. Per troppi anni – ha scritto Greco sulla sua pagina Facebook – una certa parte politica ha voluto appropriarsi di quello che di parte non è: la lotta per la libertà”.

Il sindaco di Mirandola Alberto Greco, Bella Ciao e il 25 aprile

Secondo il racconto della Gazzetta di Modena nella scaletta delle celebrazioni non c’era Bella Ciao. Ma l’inno è stato intonato al termine della celebrazione. A quel punto il sindaco si è tolto la fascia e si è spostato.  L’Anpi nei giorni scorsi, aveva dichiarato che avrebbe cantato “Bella ciao”, “rispettando le norme anti-Covid. E aveva rivolto critiche pesanti all’amministrazione, parlando di «lettere che sono state tolte e mai rimesse le lettere ai nostri monumenti cittadini alla resistenza» e «non tutti i partigiani hanno ricevuto un fiore dall’amministrazione». Oltre al fatto che l’Anpi non è stata invitata alla cerimonia.

L’associazione partigiani parla di “fascismo”, che “è violenza in tutte le sue forme: fisica, psicologica, intellettuale. Fascismo è impedire l’accesso alla cultura, privare della libertà d’espressione, censurare ciò che non piace, negare la memoria della Liberazione. Fascismo – conclude l’Anpi – è non poter ascoltare Bella Ciao e qualsiasi altro canto partigiano durante le celebrazioni del 25 aprile». Il sindaco ha chiesto di mettere in scaletta “Bella ciao”? «No – risponde – perché può creare divisione, poi la scaletta musicale non l’ho scelta io. C’è un processo in corso perché hanno cantato “Bella ciao”. Qui si è verificata la stessa cosa: che dovevo fare io? Il programma della manifestazione, ripeto, era finito». —