Ali Agca torna a parlare del caso Orlandi

Per l'ex terrorista turco Ali Agca Emanuela Orlandi è stata "presa in consegna dalle suore e ha accettato il suo destino".

Torna a farsi Ali Agca, l’autore dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II, ha scritto una lunga lettera a Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, la giovane cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983 e di cui, ancora oggi, non si sa nulla.

Per l’ex terrorista turco Ali Agca Emanuela Orlandi è stata “presa in consegna dalle suore e ha accettato il suo destino”

Agca, come aveva già fatto in passato, ha raccontando l’ennesima sua versione dei fatti sul rapimento della Orlandi. Secondo quanto scrive nella lettera – riporta il Corriere -, Emanuela Orlandi sarebbe stata al centro di un intrigo tutto interno al Vaticano, e il suo rapimento era collegato a quello di Mirella Gregori.

“Emanuela Orlandi – scrive Agca – era un fatto tutto vaticano ed é stata presa in consegna da alcune suore fin dall’inizio, ha compreso l’importanza del suo ruolo e lo ha accettato serenamente. So di lei soprattutto grazie a un padre spagnolo che mi ha visitato in Italia e anche qui a Istanbul. Un uomo, un religioso, animato da una fede autentica, che conosce i misteri del mondo e che non mente”.

Agca nella lettera tira di nuovo in ballo il Vaticano, come aveva già fatto in passato

Nella lettera Ali Agca – che oggi vive in Turchia insieme alla moglie italiana e nel 2010, durante una riunione segreta, aveva incontrato Pietro Orlandi – spiega anche quale fosse il coinvolgimento della Santa Sede nel rapimento di EmanuelaOrlandi.

“Papa Wojtyla – sostiene l’ex terrorista turco – credeva profondamente nel Terzo Segreto di Fatima e credeva anche nella missione che Dio gli assegnava, ovvero la conversione della Russia. (Dopo l’attentato) Wojtyla in persona voleva che io accusassi i Servizi segreti bulgari e quindi il Kgb sovietico. Il premio per la mia collaborazione, che loro mi offrirono e che io pretendevo, era la liberazione in due anni. Io potevo essere liberato tuttavia solo a condizione che il presidente Sandro Pertini mi concedesse la grazia ed esattamente per questa ragione Emanuela e Mirella vennero rapite”.

Pertini, però, sottolinea ancora Agca nella lettera inviata al fratello della Orlandi, “non era manovrabile” concludendo che “i rapimenti di Emanuela e di Gregori furono decisi dal Governo vaticano ed eseguiti da uomini del Servizio segreto vaticano vicinissimi al Papa. La trattativa pubblica era ovviamente una sceneggiata ben orchestrata da pochi alti prelati operanti all’interno dei servizi vaticani”.

“In Vaticano esiste certamente un dossier segretissimo su Emanuela Orlandi”

“In Vaticano – scrive ancora Ali Agca nella missiva – esiste certamente un dossier segretissimo su Emanuela Orlandi, come dichiara anche Francesca Chaouqui, impiegata nella Cosea, un dossier classificato come segreto di Stato e intoccabile. Lei ha deciso di non svelare ciò che ha letto in quel dossier, perché se lo rivelasse ‘non farebbe il bene della Chiesa’… Se il Vaticano fosse innocente avrebbe già consegnato quel documento alla famiglia Orlandi o alle autorità italiane, ma non può farlo perché accuserebbe se stesso”.