Alitalia-Etihad, missione nel Golfo

Missione Etihad pronta al decollo.

L’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, è decollato da Malpensa insieme con il presidente Roberto Colaninno: domani vedranno James Hogan, numero uno di Etihad, e gli illustreranno la controproposta della compagnia italiana.

Un piano che l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni, a margine dell’incontro della Consob con il mercato finanziario a Milano, definisce «condiviso».

Il ministro Lupi continua a professarsi ottimista. Su Alitalia «prima di vedere un piano B o C, vediamo se il grande lavoro fatto con Etihad va a buon fine», spiega. «Mi sembra – ragiona – che l’unica possibilità per il rilancio di Alitalia sia l’individuazione di un grande partner».  Ieri il titolare dei Trasporti aveva chiarito  che la possibilità di creare una bad company per le attività critiche della compagnia non è vera e comunque sarebbe per il Governo «inaccettabile».

Il timore di un ritorno a modelli del passato del resto aveva già messo in allarme alcuni esponenti del mondo politico e sindacale per eventuali ricadute sulle finanze pubbliche quando erano circolate le prime indiscrezioni sul piano. Il progetto su cui starebbero lavorando in Alitalia per presentarlo martedì alla compagnia emiratina punterebbe alla separazione delle attività industriali da conferire in una società controllata da Alitalia stessa per essere poi successivamente aperta all’ingresso del gruppo di Abu Dhabi attraverso un aumento di capitale riservato.

Nell’attuale assetto societario e quindi a capo degli attuali soci, rimarrebbero, per essere poi nel tempo trattati, i debiti e i contenziosi legali ancora aperti che avevano in un certo momento messo seriamente a rischio l’operazione tra le due compagnie, vera ancora di salvezza per il vettore italiano.