È un allarme senza fine quello sulla crescita della povertà assoluta in Italia. Il 9,8% degli italiani – oltre 5,7 milioni di persone e 2,2 milioni di famiglie (8,4% dei nuclei) – vive in condizioni di indigenza. Negli ultimi dieci anni il fenomeno è cresciuto in modo significativo: il numero di famiglie in povertà assoluta ha registrato un +43,3%, segno di un processo di radicamento che ha reso la povertà una componente strutturale del tessuto sociale nazionale, riferisce il Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale in Italia, presentato ieri in vista della Giornata Mondiale dei poveri di domenica prossima.
L’impennata della povertà assoluta e delle disuguaglianze in Italia
Le rilevazioni della rete Caritas confermano e approfondiscono le tendenze evidenziate dai dati ufficiali, mostrando come alla povertà economica si affianchi spesso una più ampia vulnerabilità sociale e relazionale delle persone. Dal 1990 al 2020, l’Italia è il fanalino di coda dei Paesi Ocse e l’unico Paese con un valore negativo (-2,9%) di variazione dei salari reali medi. La percentuale di lavoratori a basso salario è passata da 25,9 punti percentuali nel 1990 a 32,2 punti percentuali nel 2017, dice sempre il Rapporto Caritas.
A essere colpiti sono soprattutto donne, giovani nella fascia 16-34 anni e residenti al Sud, ed in generale quanti hanno un contratto di lavoro part-time. In tema di crescenti disuguaglianze, il patrimonio medio dei 50.000 adulti più ricchi del paese è più che raddoppiato rispetto agli anni Novanta, mentre i 25 milioni di italiani più poveri hanno visto la propria ricchezza media ridursi di più di tre volte e oggi detengono un patrimonio medio di circa 7 mila euro pro-capite.
A corto di risparmi 10 milioni di persone
Si stima che almeno 10 milioni di adulti abbiano risparmi liquidi inferiori ai 2.000 euro, decisamente insufficienti per far fronte a uno shock di reddito come quello inflitto dalla perdita del lavoro o da una malattia. Tra i fenomeni più trascurati c’è l’azzardo, diventato una vera infrastruttura nazionale. Nel 2024 gli italiani hanno giocato 157 miliardi di euro, con perdite che superano i 20 miliardi.
Anche la violenza sulle donne ha pesanti riflessi dal punto di vista della povertà economica. Secondo il Rapporto, nel 76% dei casi le donne che accedono ai centri antiviolenza non sono economicamente autonome. Il coinvolgimento dei figli resta preoccupante: nel 77,6% dei casi i minori sono testimoni delle violenze.
In Italia emerge sempre di più una vulnerabilità dei meno abbienti di fronte alle sfide della transizione ecologica e della “povertà energetica”. Nel 2023 il fenomeno ha riguardato 2,36 milioni di famiglie, il 9% del totale, il valore più alto mai registrato.