È allarme recessione. La Banca d’Italia taglia il Pil e si accoda ai poteri forti in guerra col governo

Secondo la Banca d'Italia l'economia italiana potrebbe archiviare anche il quarto trimestre del 2018 con il segno meno

L’Italia rischia di entrare in recessione, l’allarme lo ha lanciato ieri la Banca d’Italia. Secondo i calcoli degli esperti di Palazzo Koch, l’economia italiana potrebbe archiviare anche il quarto trimestre del 2018 con il segno meno e il 2019 non si preannuncia migliore. Per ora si tratta solo di stime, benché di fonte autorevole come la Banca d’Italia, ma il problema è che ste tali indicazioni saranno confermate anche dall’Istat il prossimo 31 gennaio allora ci troveremo di fronte a una recessione tecnica.

Ciò che preoccupa maggiormente, tra le previsioni dell’Istituto guidato da Ignazio Visco, è però l’andamento dell’economia italiana nell’anno appena iniziato, dove a fronte delle previsioni del Governo che indicano una crescita dell’1%, i tecnici di Via Nazionale prevedono un aumento del Pil pari allo 0,6 per cento. Ad influire negativamente sull’economia italiana pesa sia il rallentamento complessivo che si registra su scala mondiale, sia l’andamento dello spread nel periodo precedente all’accordo raggiunto dall’Esecutivo con la Commissione Europea, oltre alla minore propensione alla spesa da parte delle famiglie.

Secondo i deputati del Movimento 5 Stelle che siedono nelle Commissioni Bilancio e Finanze: “Il bollettino di Banca d’Italia sulla possibile recessione tecnica nel quarto trimestre 2018 e la revisione delle stime di crescita per il 2019 non sono altro che la certificazione del totale fallimento delle politiche di austerità europee. Mentre in questi 10 anni il mondo cresceva – proseguono i deputati M5s – l’Europa e in particolare l’eurozona si è persa nelle tragiche regole che si è imposta da sola”.

Per il presidente della Commissione Bilancio della Camera, il leghista Claudio Borghi “Se l’economia europea e mondiale dopo anni di forte crescita, che i Governi precedenti non hanno saputo cogliere, ha iniziato un periodo di contrazione è necessario reagire incrementando la domanda interna in modo da compensare il possibile calo dell’export. Ci auguriamo – ha proseguito Borghi – che l’Italia di fronte a questa nuova sfida possa parlare con una voce sola e che anche la Banca d’Italia si attivi difendendo in ogni sede europea le scelte del Governo per rilanciare l’economia”.

Per il portavoce di Forza Italia, Giorgio Mulè: “Bankitalia certifica una catastrofe annunciata che ci obbligherà tra poco a una manovra correttiva (dunque altre tasse oltre a quelle già introdotte) con la consapevolezza di un ulteriore baratro rappresentato da ben 23 miliardi di clausole di salvaguardia da disinnescare entro la fine dell’anno”.

Mentre il Partito Democratico, per bocca del suo capogruppo in Commissione Bilancio alla Camera, Luigi Marattin, fa notare come:“I dati confermano un crollo della crescita e la fuga degli investitori. A fronte di ciò, ci troviamo una linea di politica economica che aumenta la pressione fiscale per finanziare alcuni pre-pensionamenti e il più grande programma di assistenzialismo che questa repubblica abbia mai visto. Se la rotta non viene cambiata, l’economia italiana si troverà presto in guai molto seri”