Dal Viminale parte l’Sos proprio come dai migranti

di Alessandro Banfo

Il Viminale lancia un messaggio in bottiglia con il suo Sos, proprio come fanno i naufraghi protagonisti di incredibili traversate per raggiungere le agognate coste italiane. E’ caos sull’emergenza migranti, con il ministero dell’Interno che prima non usa mezzi termini per descrivere la situazione (“Il sistema è vicino al collasso”) e poi ritratta dopo le violente reazioni politiche. I riflettori sulla tragica odissea dei profughi che ogni giorno cercano di sbarcare in Italia con veri e propri viaggi della speranza si accendono nella mattinata di ieri. A scatenare tutto ci pensa il direttore  centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere Giovanni Pinto che, ascoltato in audizione al Senato, spara: “Ci sono 800 mila persone, se non di più, pronte a partire dall’Africa verso l’Europa”. E poi rincara la dose, descrivendo uno scenario ai limiti: “Il nostro sistema di accoglienza per i migranti è vicino al collasso, non abbiamo più luoghi dove portarli e le popolazioni locali sono indispettite”. Frasi forti, che però hanno un evidente senso di deja vù. Il motivo è semplice: neanche un mese fa Angelino Alfano aveva gridato con forza la gravità del problema, parlando di “emergenza sempre più grave” e di oltre 400 mila persone che aspettavano in Libia.

Numeri da brivido
I numeri del dirigente sono ancora peggiori, ma confermano solo le ultime stime pubblicate da giornali e osservatori mondiali. Secondo la disamina di Pinto nel 2014 sono arrivati via mare 25 mila migranti. Il dato è enorme se si pensa che sono più della metà di quelli che arrivarono nell’intero 2013. Di questi il 90% è partito dalla Libia.

 La Libia come passepartout
“Attraverso la Libia – spiega Pinto – giunge l’universo mondo. In quel Paese c’è la percezione di assoluta mancanza di controllo e rischiamo in prospettiva di vedere aumentare sensibilmente il numero di clandestini”.  E il dirigente ha ricordato la situazione assolutamente instabile nel Paese, dove non ci sono ministri con cui dialogare. Ci sono solo due clan, uno moderato e uno estremista, che controllano il territorio.
Pinto si è poi soffermato sul tema cardine della questione, l’operazione Mare Nostrum, voluta con forza dal governo Letta per pattugliare le acque del Mediterraneo. Qui il dirigente svela le facce della medaglia: “Il progetto ha dato risultati eccellenti ma ha anche incrementato le partenze dal Paese africano”. Con costi altissimi tra l’altro. Basti pensare che ogni mese di pattugliamento costa 9 milioni e mezzo di euro. A questa somma ne vanno aggiunto 1,27 per i 31 voli charter di rimpatrio. Ma ora servono altri fondi. Il dirigente per questo motivo ha chiesto aiuto all’Ue, spiegando che “la Commissione europea deve mettersi le mani in tasca e dare risorse”.

Le reazioni
L’intervento di Pinto ha ovviamente suscitato numerose reazioni politiche, vista anche la cronicità e la ripetitività del problema. Da Forza Italia Maurizio Gasparri ha tuonato: “E’ pazzesco, sono numeri molto peggiori di quelli annunciati da Alfano. E’ una vera invasione che non possiamo affrontare. Quanto affermato dal Viminale è scioccante”. Ancora più duro Matteo Salvini della Lega Nord: “Siamo pronti a denunciare Renzi e Alfano, perché non stanno facendo nulla. Ora vogliamo il referendum per reintrodurre il reato di immigrazione clandestina”. Critico anche Pierferdinando Casini dell’Udc: “Mare Nostrum ha salvato molte vite umane, ma cosi com’è non può continuare”.
Per cercare di fermare il gigantesco polverone è arrivata una parziale, e forse un po’ goffa retromarcia da parte dello stesso Pinto. Il direttore centrale dell’immigrazione ha voluto rettificare che “tra i 600mila e gli 800mila sono in Libia, ma non è detto che siano pronti a partire. E poi vorrei assicurare tutti che la situazione è assolutamente sotto controllo. La situazione è complessa, ma stiamo gestendo tutto con la massima tranquillità e non c’è nessuna situazione di allarme”.