Alle urne

di Gaetano Pedullà

I comuni cittadini potranno votare domenica. Ci sono però elettori speciali che hanno già votato, depositando nelle urne schede pesanti, che orienteranno non poco la scelta finale degli italiani. Questi elettori sono i mercati, con l’esplicita minaccia di far riesplodere lo spread e la speculazione contro il nostro Paese. Ma ancor di più i magistrati, letteralmente scatenati in queste due ultime settimane di campagna elettorale. Mettiamo in fila le ultime inchieste, quasi tutte su casi e personaggi le cui vicende penalmente rilevanti erano note da mesi, a volte anche da anni. Si è partiti con Dell’Utri, fatto fuggire a Beirut nonostante alcune intercettazioni ne avessero svelato i piani. C’è stato quindi l’arresto di Scajola, documentato da telecamere dentro e fuori l’hotel dove l’hanno prelevato, e la scoperta dell’acqua calda delle tangenti all’Expo di Milano. Neanche il tempo di prendere respiro e come nella stagione di Mani pulite ecco subito l’arresto dei signori della finanza milanese, i fratelli Magnoni, il carcere per il deputato Pd Genovese (da ieri ai domiciliari) e per il presidente del Consiglio regionale della Campania, Romano. Il tintinnare delle manette ha raggiunto tutti gli elettori? I sondaggi dicono ancora di no e allora ecco in successione due avvisi di garanzia al banchiere Bazoli, l’indagine sul Cardinale Bertone e ieri l’inchiesta sulla fusione tra Unipol e Sai (operazione di cui i giudici vedono ombre da oltre un anno) e l’arresto di Giovanni Berneschi, da solo 56 anni discusso dominus di Banca Carige. Inchieste sacrosante, sia chiaro. Ma niente niente anche un po’ a orologeria?