Allo Spallanzani parte oggi la sperimentazione del vaccino italiano anti-Covid. La prima dose a una donna. Zingaretti: “E’ un traguardo raggiunto. Sarà pubblico”

“Da oggi inizia una fase della ricerca assolutamente nuova”. E’ quanto ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, partecipando, questa mattina all’Irccs Lazzaro Spallanzani di Roma, all’avvio della sperimentazione sull’essere umano del primo vaccino anti Covid-19, made in Italy. Presente all’iniziativa, tra gli altri, l’assessore alla Sanità e integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato. “Rinnovo l’appello alla responsabilità” ha detto Zingaretti. “Senza il senso della responsabilità di tutti rischiamo di tornare indietro”. “E’ una giornata positiva e importante – aggiunge – E’ un traguardo raggiunto”.

“Crediamo molto nel vaccino bene comune – ha aggiunto il governatore del Lazio -, per questo abbiamo voluto con lo Spallanzani, con il ministero dell’Università e della Ricerca, finanziare il progetto di ricerca perché il vaccino italiano sarà pubblico, a disposizione, al termine della fase di sperimentazione, di tutti coloro che ne avranno necessità. Il Santo Padre ha lanciato nel mondo questo appello che anche io ho sottoscritto, per un vaccino bene comune, e il progetto del vaccino italiano si inserisce al cento per cento dentro questa impostazione rispetto alla proprietà del vaccino”.

“La Regione – ha aggiunto Zingaretti – ha seguito passo dopo passo il processo di sperimentazione del vaccino per arrivare, con garanzie scientifiche, alla produzione industriale e alla sua distribuzione. Oggi parliamo della forza e potenza della scienza italiana e della speranza dei cittadini che stanno aspettando un segnale. Non è giusto e corretto che ancora una volta si scarichi sui medici tutti i problemi del coronavirus, la sanità della nostra regione sta facendo tutto il possibile, ma senza il senso di responsabilità di tutti rischiamo di tornare indietro. Rinnovo in questa giornata importante l’appello a comportamenti responsabili”.

“L’Italia entra tra i protagonisti nella guerra dei vaccini” ha detto, invece, il direttore scientifico dell’istituto nazionale per le malattie infettive, Giuseppe Ippolito. “Questa mattina – ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia – è stata inoculata la prima dose del vaccino al primo volontario che verrà tenuto sotto osservazione per 4 ore. Questa persona tornerà poi a casa e verrà monitorata per 12 settimane. Mercoledì proseguiremo con altri due volontari e così a seguire tutti gli altri fino a 24 settimane”.

“Sono emozionata e orgogliosa. Spero di poter essere utile al nostro popolo” ha detto la donna a cui stamattina è stata inoculata la prima dose del vaccino anti-Covid. “Mi auguro che la mia disponibilità – ha aggiunto la volontaria – possa essere d’aiuto per salvare vite e che le persone siano sempre più responsabili per non mettere a rischio se stessi e gli altri”.

I volontari selezionati, su oltre 7mila candidati, sono 90 e molti di loro, ha detto ancora Vaia, “hanno detto che intendono devolvere il rimborso previsto alla ricerca”. “A noi interessa che il vaccino sia efficace. Se questa prima fase va bene – ha concluso il direttore Sanitario dello Spallanzani – si continuerà con la seconda e la terza fase che probabilmente faremo in un paese dell’America Latina dove il virus è in crescita. E se tutto avviene nei tempi programmati, il nostro auspicio e’ che questo vaccino sia prodotto in primavera”.