Alta tensione in Ucraina. La pace è sempre più lontana. Obama attacca Mosca. Il presidente Usa vuole la guerra

Si cerca di riportare la pace in Ucraina. E, per farlo, L’Unione Europea sgombera gli eventuali ostacoli approvando nuove sanzioni contro la Russia, ma la cui applicazione è stata congelata e vincolata in attesa dell’esito del vertice sull’Ucraina che si terrà mercoledì a Minsk. Intanto la tensione rimane alle stelle. Nel pieno del negoziato per trovare una soluzione a una guerra non dichiarata nell’est dell’Ucraina, le autorità di Kiev hanno denunciato che 1.500 soldati russi hanno attraversato la frontiera russo-ucraina tra il 7 e l’8 febbraio. Lo ha reso noto un portavoce dell’operazione “anti-terrorismo”, come Kiev chiama la campagna militare contro i ribelli filorussi nell’est del Paese, aggiungendo che i convogli hanno introdotto nel Paese anche armi pesanti, tra cui lanciamissili.

L’ULTIMATUM
Nel frattempo il presidente russo, Vladimir Putin, ha dichiarato che non accetterà da nessuno alcun tipo di ultimatum. Il Cremlino, in realtà, ha smentito le indiscrezioni di stampa secondo cui, venerdì scorso, a Mosca, la cancelliera tedesca Angela Merkel avrebbe lanciato un ultimatum al presidente russo. Ma nel smentire le indiscrezioni, il portavoce del Cremlino ha lanciato un altolà: “Abbiamo già detto tutto circa il tono dei negoziati. Nessuno ha mai parlato o si può permettere di parlare al presidente (usando) un tono da ultimatum come piacerebbe a qualcuno”. L’avvertimento è arrivato a due giorni dall’atteso summit di Minsk tra lo stesso Putin, Petro Poroshenko, Francois Hollande e la Merkel. L’obiettivo è arrivare almeno al cessate-il-fuoco, se non a un piano di pace duraturo. E nel quadro di questa mediazione, che si sta rivelando più complicata del previsto, ci sarà un probabile pre-incontro oggi sempre a Minsk del “gruppo di contatto”, ovvero i due leader separatisti, un emissario dell’Osce, l’ambasciatore russo in Ucraina e l’ex presidente ucraino, Leonid Kuchma.

TUTTI IN GUARDIA
Proprio l’Osce, impegnata in prima linea con i suoi 400 osservatori in Ucraina, mette in guardia la comunità internazionale. L’idea Usa di inviare armi a Kiev provocherebbe “l’intervento ancor più diretto della Russia nel conflitto”. A lanciare l’allarme è stato il segretario generale dell’Osce, Lamberto Zannier. Il diplomatico italiano ha poi aggiunto che gli osservatori Osce (in Ucraina) non hanno finora assistito ad alcuna consegna di armi da parte dei russi ai separatisti ma non si nasconde che in ogni caso queste non possono che provenire dal territorio russo: “Quello cui abbiamo visto finora e che se armi finivano distrutte durante le operazioni militari… i separatisti sembra che ne avessero sempre nuove a disposizione”. Ieri invece a Washington la cancelliera tedesca ha incontrato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Durante il colloquio, la Merkel ha ribadito al capo della Casa Bianca l’opposizione tedesca all’idea che gli Stati Uniti forniscano armi all’esercito di Kiev impegnato contro i separatisti filo russi nel sud est dell’Ucraina.