Altro che 80 euro, Londra fa a fette le imposte. Le tasse di successione finiscono ko. Così si spinge la crescita

E poi ci si stupisce che l’economia della Gran Bretagna voli mentre il resto d’Europa resti al palo. Sono le riforme e le grandi scelte politiche che fanno la differenza tra i sistemi economici in crescita e quelli in agonia. Una lezione che Londra offre al mondo da sempre e che si traduce in una formuletta semplice semplice: meno tasse, più investimenti e occupazione. Oggi perciò, a poco più di un mese dalle elezioni del 7 maggio, il governo del premier conservatore David Cameron annuncerà un altro pezzetto della formula magica con cui l’Inghilterra è uscita da anni dalla crisi e adesso può vantare una delle economie più solide del Continente. La novità è il taglio delle tasse di successione per i patrimoni fino ad un milione di sterline (1,4 milioni di euro) nel caso di passaggio diretto da genitori a figli.

LA RICETTA
Secondo quanto anticipato ieri dal quotidiano progressista Guardian, l’iniziativa avrebbe una fortissima caratura elettoralistica e servirà a garantire al governo il sostegno della classe media, visto che con gli attuali corsi dei valori immobiliari, un milione di sterline è un prezzo non eccessivo per una casa. Con questa iiniziativa si stima che perciò nel biennio 2019-2020 saranno meno di 20.000 le proprietà in tutto il Paese che resteranno soggette al pagamento di tasse di successione. Un traguardo che il governo cercherà di abbattere ulteriormente. Il cancelliere dello Scacchiere (il ministro delle Finanze) George Osborne (amico e sodale di Cameron dai tempi di Oxford) sempre secondo il Guardian proporrà infatti di ridurre le tasse di successione fino ad un valore dell’asse ereditario di due milioni di sterline (2,8 di euro) a 140,000 sterline (meno di 200.000 euro). Ovviamente l’operazione avrà un costo e il Tesoro di sua Maestà stima il mancato introito fiscale di quasi un miliardo di sterline. Ma i risparmi che ricadranno sui proprietari si tradurranno in altri investimenti e opportunità di lavoro. Lo Stato in sostanza dimagrirà quasi senza accorgersene mentre crescerà l’economia privata che produce benessere per la collettività, facendo più ricco anche lo Stato che potrà incassare le giuste imposte sul nuovo reddito creato.

STATO SNELLO
Siamo di fronte dunque a una classica ricetta di politica economica espansiva, basta su una forte concezione liberale dell’economia, temperata però da una fortissima efficienza dello Stato e della pubblica amministrazione. Un sistema dove la giustizia è giusta e veloce, dove i permessi per chi fa impresa sono immediati, dove le tasse non ti strangolano e la burocrazia serve ad aiutere le attività economiche (e non ad affossarle o a creare ostacoli per poi giustificare il pagamento di gabelle e tangenti). In più il governo Cameron, che ha all’attivo la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro, sta incentivando ormai da anni le nuove imprese e il settore immobiliare. Londra è oggi un immenso cantiere e nessuno si sognerebbe di gridare allo scandalo se il governo restituisse un po’ di tasse ai contribuenti, come è avvenuto in Italia con la detrazione fiscale degli 80 euro fortemente voluta dall’esecutivo di Matteo Renzi. Ci sarà un motivo, d’altronde, se l’Italia ristagna e il Pil della Gran Bretagna decolla.