Altro che accordo sul debito. Berlino e Atene lontanissime. Bruxelles boccia ancora le riforme di Tsipras. I mercati spinti da Draghi restano però positivi

E per fortuna che Germania e Grecia avevano trovato la quadra sul problema del debito. I sorrisi e le dichiarazioni di circostanza anche nel recente bilaterale con i leader Merkel e Tsipras si stanno rivelando una dimostrazione di facciata. Atene è a un passo dal default e nulla si smuove, soprattutto sul fronte di Bruxelles dove tutti i piani di riforme offerti dal governo ellenico sono stati giudicati poco ambiziosi e rispediti al mittente. Un copione che si è rivisto ieri con un “Ancora non ci siamo” riferito dal portavoce della Commissione proprio sull’andamento delle trattative.

TEMPI LUNGHI
Trattative che continuano e avranno bisogno almeno di un’altra missione tenica ad Atene per valutare una serie di fatti relativi agli impegni assunti dalle autorita elleniche nell’ultima lista di misure presentata a Bruxelles. Il portavoce ha indicato che prima di Pasqua dovrebbe tenersi una riunione per teleconferenza dell’Eurozone working group, che rappresenta i governi, per fare il punto del negoziato. Tempi lunghi, insomma, mentre la Grecia resta in crisi di liquidità, tenuta appesa a un filo dalle anticipazioni della Banca centrale di Mario Draghi. Per questo motivo sempre ieri il ministro delle Finanze di Atene, Yanis Varoufakis, ha chiesto una tregua nelle ostilità con Berlino proprio nelle ore decisive per arrivare a un accordo sulle riforme greche in cambio della tranche da 7,2 miliardi di aiuti. Parlando con il quotidiano tedesco Handelsblatt, Varoufakis ha sottolineato l’importanza di stemperare i toni. “Gli unici che traggono benefici da questo gioco tossico di scambi d’accuse sono i nemici dell’Europa”, ha detto Varoufakis, invitando tutti a deporre le armi. “Questo deve finire, solo con il sostegno dei suoi partner la Grecia potrà concentrarsi sull’implementazione di riforme efficaci e di strategie politiche per la crescita”.

DIVERGENZE
Appello che si schianta su un’Europa burocratica e ancora dominata dai falchi del rigore. Secondo il Wsj le proposte del governo di Syiriza sono giudicate infatti non abbastanza dettagliate per soddisfare i creditori. Non è mancato il richiamo del Commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici secondo cui i negoziati proseguono “giorno e notte” ma “non sono semplici”, e bisogna fare in fretta perché “ci sono scadenze che si avvicinano”. Le maggiori divergenze restano sulle privatizzazioni, sul taglio alle pensioni e la riforma del mercato del lavoro.