Altro che figli di Putin. Nella squadra di Conte c’è chi ha forti legami con gli Usa. Ecco di che si tratta e perché l’Italia con il nostro Governo potrà avere un inedito ruolo di equilibrio sul piano internazionale

Altro che figli di Putin. Ecco tutti i legami del Governo Conte con gli Usa

La formula del “ma anche”, nonostante la vaghezza, può essere riempita di contenuto. Al concetto si è riferito più volte nei giorni scorsi il Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, in particolare per provare a tenere l’Italia in equilibrio tra atlantismo e segnali pro Russia. Le strizzate d’occhio tra pentaleghisti e Mosca, ormai, sono cosa nota. Sconosciuti ai più, invece, sono i rapporti di autorevoli esponenti del Governo giallo-verde con alcune lobby filoamericane, in primis l’Aspen, che da più di 50 anni cerca di favorire un dialogo a stelle e strisce, soprattutto versante liberal. Vicepresidente della divisione italiana dell’Aspen, per dire, è l’economista Paolo Savona, nominato ministro per per gli affari europei dopo essere stato in ballo per il dicastero dell’economia (strada ostruita dall’opposizione del capo dello Stato).

PROFILI – Nel comitato esecutivo della stessa Aspen Italia siede Enzo Moavero Milanesi, ministro degli esteri del Governo pentaleghista sin qui un po’ oscurato dall’attivismo del vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini, molto proiettato nel coltivare rapporti internazionali in chiave anti migranti. Ma dettagli interessanti emergono anche dall’elenco dei soci ordinari di Aspen Italia. Da una lista del 2014, di cui all’epoca La Notizia ha dato conto, emerge per esempio che tra i soci stessi c’era Giancarlo Giorgetti, sottosegretario leghista alla Presidenza del consiglio e braccio destro di Salvini. Socio era anche Roberto Maroni, altro esponente di spicco del Carroccio, già ministro del lavoro e già Governatore della Lombardia (qui gli è da poco succeduto un altro esponente verde, Attilio Fontana).

IL DETTAGLIO – Ancora, da quell’elenco viene fuori che in quell’anno tra i soci Aspen c’era anche l’imprenditore Enrico Sassoon. Gli esperti dei primi vagiti a Cinque Stelle non fanno fatica a ricordare che Sassoon nel 2004 è stato tra i fondatori della Casaleggio Associati, mente informatica (e non solo) del movimento grillino. Lo stesso imprenditore, tra l’altro, ha ricoperto per tanti anni il ruolo di presidente dell’American Chamber of Commerce, altro luogo di fitto dialogo filoamericano. Ora, non è chiaro se questi profili siano ancora inseriti nell’elenco soci dell’Aspen, dal momento che il think tank non pubblica i nomi.

LA CONSIDERAZIONE – Ma è interessante notare che senza dubbio, almeno fino a qualche anno fa, erano a vario titolo coinvolti nel pensatoio. Ed è curioso notare come in quella lista convivessero con altri soci che, solo per fare qualche esempio, rispondono ai nomi di Mario Draghi, presidente della Bce, e Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’economia. Tutto questo per dire che il nuovo Governo grillo-leghista sarà pure attento a mantenere un buon rapporto con la Russia di Vladimir Putin, come ampiamente annunciato dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, nei giorni appena trascorsi della fiducia in Parlamento. Ma al suo interno ci sono influenti personalità che sembrano poter presidiare anche il versante americano. Da qui il gioco di equilibrio che in queste ore ha fatto tornare prepotentemente di moda il “ma anche” di veltroniana memoria.