“Altro che Manovra coraggiosa. Cresceranno poveri e precari”

Parla la deputata del Movimento 5 stelle, Vittoria Baldino: "In piazza con chi condivide una visione di Paese".

Il Polo di Renzi e Calenda continua a ondeggiare da una parte e dall’altra. Dice di stare all’opposizione e poi offre sponda al governo Meloni. Da ultimo sulla Manovra. Vittoria Baldino, deputata del Movimento Cinque Stelle, che ne pensa?
“Ma noi lo abbiamo denunciato già all’inizio della legislatura che sarebbe stata una finta opposizione la loro, che come al solito si prestano a fare da stampella al governo. Non stanno né da una parte né dall’altra ma dove evidentemente conviene. Anche perché non hanno una visione e una linea chiare. Fanno l’opposizione non alla maggioranza ma all’opposizione per dire al mondo che esistono”.

Sul salario minimo come risponde a Carlo Calenda che ha dichiarato disponibilità a realizzarlo?
“Se Calenda sul salario minimo ha cambiato idea, visto che in passato non mi pare abbia manifestato entusiasmo, noi siamo contenti. Ma bisogna vedere che cosa intende per salario minimo. Perché in passato abbiamo sentito proposte su un presunto salario minimo che poi non lo era. Per cui se si converge sulla nostra proposta di un salario minimo legale, per ovviare al fenomeno dei contratti pirata e al lavoro povero, noi siamo contentissimi. Ma se si finge di volerlo solo per ingraziare un certo elettorato noi non ci stiamo a prendere in giro le persone. La proposta di Andrea Orlando (ex ministro del Lavoro del governo Draghi, ndr) era solo una parte della nostra ma non conteneva la parte più coraggiosa del salario minimo legale”.

La Manovra contiene un attacco al Reddito di cittadinanza. Come pensate di organizzarvi per difenderlo?
“Noi faremo opposizione in tutte le sedi. A livello istituzionale presenteremo degli emendamenti e faremo interventi in Commissione e in Aula. Ma se necessario lo difenderemo anche fuori dalle aule parlamentari. Abbiamo annunciato una mobilitazione, ovviamente pacifica, di tutti coloro che condividono con noi una visione di Paese. Ma io credo che il governo abbia un disegno molto preciso. Quello di fingere di abolire il Reddito, perché poi alla fine quando si renderanno conto di quanto sia importante non lo cancelleranno. E allora faranno marcia indietro, gli cambieranno il nome e metteranno una bandierina su una misura che fino all’altro ieri hanno criticato. Nel frattempo precarizzano il mondo del lavoro – lo abbiamo visto con l’introduzione selvaggia dei voucher in Manovra – in modo tale che avranno una diminuzione illusoria dell’occupazione. Ma si tratterà di uno specchietto delle allodole perché si tratterà di un’occupazione precaria e povera, di scarsa qualità. In direzione opposta a quello in cui vogliamo andare noi. E mi permetta di aggiungere anche un’altra cosa”.

Prego.
“Il precariato soprattutto nella fascia giovanile è la piaga del mondo del lavoro. Gli occupati che percepiscono il Reddito di cittadinanza, nella maggior parte dei casi, hanno contratti di lavoro anche di un giorno. Introducendo i voucher non si fa che aggravare questa situazione di precarietà. Il governo parla tanto di contributi alla natalità, di incentivi per mettere su famiglia con i figli. Ma un giovane che vuole creare una famiglia come fa a farlo se non ha la stabilità di un contratto di lavoro che gli dia sicurezza? Proprio in assenza di tale sicurezza, gli italiani rinunciano a fare figli. E non certo perché non si sposano in Chiesa”.

Contro la Manovra voi avete evocato una mobilitazione, pure la Cgil e anche il Pd. Ritiene che possiate trovarvi tutti assieme nella stessa piazza?
“Il tema non è chi chiama la piazza o chi la organizza e ci mette la bandierina. Il punto è riempire quella piazza di contenuti e di persone che condividono la stessa visione del Paese. Questo è l’obiettivo, poi che la manifestazione la organizzi il Pd, la Cgil o il M5S non conta. Quello che interessa è una visione di Paese univoca che purtroppo è mancata nella coalizione di centrosinistra”.

Cosa non va in questa Manovra?
“Il governo Meloni ha parlato di Manovra coraggiosa, attenta alla crescita e alla giustizia sociale però non vedo né coraggio nelle scelte – laddove si prorogano misure già varate dal Conte due e da Draghi, aggiungendo pochi spiccioli in più nel caso del taglio del cuneo – né equità sociale. E mi auguro sia confermata la marcia indietro sull’ipotesi di legare Opzione donna al numero di figli. Perché non si possono discriminare le donne a seconda del fatto che abbiano voluto o potuto avere figli. Non c’è giustizia neanche su come hanno organizzato la flat tax. Va bene alleggerire il carico fiscale sulle partite Iva ma non è giusto non fare altrettanto con i dipendenti. Una partita Iva che fattura fino a 85mila euro arriva a pagare il 15% a fronte di un lavoratore dipendente che su quello stesso reddito paga più del doppio, ovvero il 43%”.

Dall’innalzamento del tetto all’uso del contante al colpo di spugna sulle sanzioni ai commercianti che non accettano i pagamenti elettronici. Questa destra ammicca agli evasori?
“Non riesco a comprendere l’utilità sociale della misura che innalza il tetto all’uso del contante. Dicono che aiuterebbe i più poveri. Io francamente ho difficoltà a immaginare persone che vivono disagi economici andare in giro con mazzette di contanti. L’unica motivazione è quella di strizzare l’occhio a chi fa nero o a chi ricicla denaro guadagnato, magari, in maniera illegale”.

In compenso avremo il Ponte sullo Stretto. È così necessario?
“Guardi ho presentato un’interpellanza urgente al ministro Matteo Salvini proprio sulla Statale 106 Jonica. Mi pare ridicolo dire che il Ponte sia un’opera prioritaria per il Paese perché non lo è, non dico che sia inutile ma non è neanche prioritaria. Noi abbiamo bisogno di infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali che non hanno nulla a che vedere con il collegamento con la Sicilia. Il Ponte sullo Stretto non porterebbe oggi reali benefici alla Calabria, soprattutto alle zone depresse come quella ionica. Spero che a Bruxelles non si parli solo di Ponte sullo stretto. Noi abbiamo bisogno dei 3 miliardi promessi nel Def 2022 – che pare che questo governo abbia stanziato – ma non bastano perché saranno necessari almeno 5 miliardi per la realizzazione della 106. E quella strada è l’arteria che consente il rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti dei calabresi. Perché attraverso quella strada si accede agli ospedali, alle scuole, ai servizi pubblici essenziali. Dunque prima facciamo le cose che sono necessarie e poi facciamo il Ponte sullo Stretto”.

 

Leggi anche: Manovra con il buco. Mancano all’appello 15 miliardi di coperture. Incompleto il testo della finanziaria inviato all’Ue. M5S all’attacco: numeri in libertà