Altro che tagli: un miliardo per le nostre missioni. E ora sono pure a rischio

di Carmine Gazzanni

L’Italia ripudia la guerra. Eppure, in missioni internazionali, spenderemo quest’anno la bellezza di 953 milioni di euro. Al di là di annunci e sbandieramenti, stiamo parlando di una cifra astronomica che, paradosso dei paradossi, è lievitata di oltre 25 milioni rispetto all’anno scorso. Insomma, il governo Renzi ha di fatto aumentato le spese militari. Altro che tagli e impegni, dunque. Ma non è finita qui. Ecco l’assurdo: rischiamo di mantenere migliaia di militari impegnati in guerra senza alcuna copertura normativa. In altre parole, c’è il pericolo – concreto – che di qui a breve tutte le nostre missioni militari all’estero diventino illegali. Paroloni? Esagerazioni? Niente affatto.

LA GUERRA COSTA
Certo, quella del dimezzamento del fondo per gli F-35 è una buona notizia, anche se è vero che, stando ai numeri, non ci sarebbe nulla da salvare da un programma che sin da subito si è rivelato fallimentare. Ma è comunque un passo in avanti rispetto agli spaventosi finanziamenti degli anni passati. Ciononostante i numeri parlano chiaro: se nel 2013, in totale, il governo di Mario Monti prima ed Enrico Letta poi, hanno stanziato per la precisione 928 milioni 580 mila euro, per il 2014 ci stiamo superando. Da gennaio a giugno di quest’anno, infatti, le missioni internazionali sono state finanziate per 507 milioni 685 mila euro. Una cifra a cui, ora, si aggiunge quanto disposto con il decreto, approvato dal governo il primo agosto, che stanzia ulteriori 446 milioni 186 mila euro fino a fine anno. Il calcolo è immediato: per il 2014 spenderemo 953 milioni di euro. Appunto, 25 milioni in più rispetto all’impegno economico dell’anno trascorso.

TRUPPE ILLEGALI
La questione però, non finisce qui. Come detto, il decreto che finanzia e proroga le missioni internazionali da luglio a dicembre 2014 è stato approvato il primo agosto di quest’anno. Legge vuole che il Parlamento abbia tempo 60 giorni per convertire in legge il decreto. Altrimenti il testo decade, diventa lettera morta. A conti fatti, dunque, è necessario che giunga la conversione in legge entro il primo di ottobre. Ed ecco allora la domanda: esattamente a una settimana di distanza dalla scadenza, a che punto siamo? Totalmente in alto mare. Sebbene ci fossero due mesi abbondanti per provvedere alla conversione in legge, l’ok della Camera è arrivato solo il 17 settembre. Ora il testo è al Senato ma ancora devono pronunciarsi le varie commissioni chiamate in causa (Affari Costituzionali, Difesa, Esteri, Giustizia, Bilancio, Lavori Pubblici, Unione Europea) prima di arrivare in Aula per l’approvazione definitiva. Il rischio, concreto, è che non si faccia in tempo. E, in quel caso, tutte le 21 missioni per cui sono impegnati oltre diecimila soldati, diventeranno seduta stante illegali. Così come la barca di soldi che le mantiene in piedi.

DALL’AFGHANISTAN AL LIBANO
Con o senza copertura legale e finanziaria, è facile immaginare che l’Italia continuerà a spendere. E non poco. La missione più costosa resta, sempre e ancora, quella afgana per cui spenderemo poco più di 185 milioni di euro. Ma anche per il Libano il fondo è da capogiro: 76 milioni.